Matilde Lorenzi, indagati il responsabile sicurezza e uno dei tecnici della squadra di sciatori: l’ipotesi è di omicidio colposo

A un anno esatto dalla morte della giovane sciatrice Matilde Lorenzi le indagini fanno un passo in avanti. In una nota la famiglia ha annunciato l’apertura di un procedimento penale e sarebbero già due gli indagati per omicidio colposo: il responsabile della sicurezza delle piste e uno dei tecnici della squadra di Matilde. Inoltre, è in corso da maggio l’incidente probatorio, disposto al fine di cristallizzare tutte le prove che potrebbero essere necessarie per ricostruire la dinamica dell’accaduto e accertare le responsabilità.
La nota della famiglia
Nella nota della famiglia si legge che «la Procura della Repubblica di Bolzano ha accolto le nostre richieste e ha dato impulso ad un procedimento penale, ad oggi pendente in cui è in corso un incidente probatorio che porterà a ricostruire, sia dal punto di vista della dinamica, sia da quello medico, le cause della tragedia che ha colpito tutti noi». La famiglia ha poi ricordato la nascita, dopo la morte della sciatrice, della Fondazione Matilde Lorenzi ETS, con l’intenzione di promuovere e sviluppare progetti finalizzati all’implementazione della sicurezza nello sci. «La scelta di chiedere approfondimenti su quanto accaduto a Matilde per una corretta ricostruzione dei fatti è fondamentale non solo per dare giustizia a lei, ma anche per gli obiettivi della Fondazione».
La famiglia: «Non potevamo andare avanti senza questo tassello»
«Crediamo di doverlo a Lei e a tutti i ragazzi che amano questo stupendo sport – prosegue la famiglia -, lo dobbiamo a tutte le sue amiche, alle sue compagne di squadra, a tutti quei ragazzi che sognano di diventare degli atleti professionisti e a tutto l’ambiente che gira intorno al mondo dello sci agonistico affinché non si debbano mai più commentare notizie così tragiche. Ancora oggi ci manca il respiro, ma lavorare per la Fondazione ci dà forza e coraggio e non potevamo andare avanti senza questo importante tassello». Per il resto la famiglia si astiene da ogni commento nell’attesa dei risultati delle indagini: «Confidiamo nel lavoro dei magistrati e degli esperti nominati dal Tribunale e siamo fiduciosi che sapranno ricostruire correttamente quanto accaduto, individuando se vi siano state carenze nelle misure di sicurezza e/o di prevenzione».
