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Bce lascia i tassi invariati al 2%, ma avverte: «Prospettive ancora incerte per l’economia Ue»

30 Ottobre 2025 - 14:39 Alba Romano
bce tassi invariati
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Dopo otto tagli consecutivi, l’istituto di Francoforte ferma la discesa del costo del denaro. Pesano dazi e tensioni geopolitiche

La Banca centrale europea ha deciso di mantenere invariati i tassi d’interesse, confermando il livello raggiunto a giugno dopo una lunga fase di riduzioni. Il tasso sui depositi resta al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,15% e sui prestiti marginali al 2,40%. La decisione è arrivata al termine della riunione del Consiglio direttivo, svoltasi oggi a Firenze, dopo otto tagli consecutivi che in un anno avevano ridotto il costo del denaro di due punti percentuali. Nel comunicato diffuso dopo la riunione, la Bce ha sottolineato che l’economia dell’area euro «ha continuato a crescere malgrado il difficile contesto mondiale», ma ha avvertito che «le prospettive restano incerte».

I principali fattori di rischio: controversie commerciali e tensioni geopolitiche

L’istituto cita tra i principali fattori di rischio «le controversie commerciali e le tensioni geopolitiche» che continuano a pesare sull’attività economica e sulla fiducia di famiglie e imprese. La scelta di fermare i tagli arriva dunque in una fase di prudenza monetaria, in cui la Bce punta a valutare gli effetti delle precedenti decisioni sulla crescita e sull’inflazione. «Il Consiglio direttivo – come si legge ancora nella nota – “è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% a medio termine». Le prossime mosse della politica monetaria saranno decise «sulla base dei dati», valutando di volta in volta le condizioni economiche e finanziarie. Le scelte sui tassi, spiega la Bce, terranno conto delle prospettive di inflazione, dei rischi associati e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi «a un particolare percorso dei tassi».

Le preoccupazioni del Codacons: «Un problema per le famiglie»

La scelta della Bce è stata accolta con preoccupazione dal Codacons, che parla di «cattiva notizia per le famiglie con mutui a tasso variabile». L’associazione dei consumatori ricorda che si tratta del quarto mancato taglio consecutivo e sottolinea come, in Italia, i tassi sui finanziamenti siano tornati a salire: dal 3,50% di gennaio al 3,67% di agosto, secondo i dati Bankitalia. Un aumento che, per un mutuo da 150mila euro a trent’anni, si traduce in circa 180 euro in più l’anno. Il mancato intervento della Bce, avverte il Codacons, rischia di «pesare ulteriormente sulle famiglie» e di spingere al rialzo i costi del credito nei prossimi mesi.

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