Meloni contro l’Anm sulla riforma della Giustizia: «Voi mai favorevoli». I magistrati replicano: «Il governo ignora le nostre proposte»
 
				
Un acceso botta e risposta tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e l’Associazione nazionale magistrati (Anm) sulla riforma della Giustizia, approvata giovedì 30 ottobre. Nel corso di un’intervista al Tg1, la premier ha sottolineato il suo disaccordo con l’Anm: «A memoria, non ricordo una volta in cui sia stata favorevole a qualsiasi riforma della Giustizia. La loro idea è che tutto vada benissimo, ma non è l’idea che abbiamo noi della giustizia e credo nemmeno dei cittadini», ha dichiarato la presidente del Consiglio affrontando poi altri temi: dal Ponte sullo Stretto, definito «un’opera strategica» agli affitti brevi, su cui «dovrà decidere il Parlamento», e sul contributo delle banche, sul quale «non credo ci saranno modifiche».
Immediata la replica del segretario generale dell’Anm, Rocco Maruotti, che ha precisato all’Ansa: «Questa riforma non ha nulla a che fare con l’efficienza della giustizia ed è fuorviante far credere ai cittadini che serva a rendere i processi più veloci e le sentenze più giuste. L’Anm ha avanzato numerose proposte per migliorare l’efficienza della giustizia, ma sono rimaste inascoltate da un governo che ha preferito puntare tutto su una revisione degli equilibri costituzionali, volta solo a controllare la magistratura e a renderla dipendente dal potere esecutivo». Nel frattempo, l’Associazione nazionale magistrati ha fatto sapere che presenterà domani, venerdì 31 ottobre, presso la Corte di Cassazione a Roma, il Comitato a difesa della Costituzione per il «No al referendum» sulla riforma della giustizia. Durante l’evento parteciperà anche il presidente onorario del comitato, rappresentato da uno studioso costituzionalista, e il presidente esecutivo, Antonio Diella.
October 30, 2025
Meloni sul referendum: «Deve essere una consultazione sulla giustizia»
Per Meloni, la riforma della Giustizia, che introduce – tra le vari misure – la separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante, rappresenta «un’occasione storica di avere una giustizia più efficiente e più giusta, sono norme di buon senso: separazione delle carriere, che significa rafforzare la terzietà del giudice, quindi un processo più giusto; Alta corte disciplinare, che significa che quando un giudice domani dovesse sbagliare, se ne assumerà anche finalmente la responsabilità; e il sorteggio dei componenti del Csm, che vuol dire liberare la magistratura dalle correnti politicizzate e quindi valorizzare il merito».
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Prima dell’entrata in vigore effettiva, la riforma dovrà però essere confermata da un referendum popolare. Che, per Meloni, «deve essere una consultazione sulla giustizia – precisa -. Intanto perché non ci saranno in ogni caso conseguenze per il governo. Ovviamente noi arriveremo alla fine della legislatura, chiederemo agli italiani di essere giudicati per il complesso del lavoro che abbiamo fatto ma anche perché voglio ricordare a tutti che i governi passano e invece le leggi, soprattutto quelle costituzionali, rimangono e incidono sulla vita dei cittadini. Quindi io penso che sia una scelta più facile. Chi pensa che nella giustizia va tutto bene, voterà contro la riforma, quindi voterà no. Chi pensa che invece possa migliorare, voterà a favore della riforma e quindi voterà sì», conclude la premier.
Marina Berlusconi: «Una vittoria di mio padre»
Sull’approvazione della riforma è intervenuta anche Marina Berlusconi, presidente di Fininvest e Mondadori, secondo cui «ci sono vittorie che arrivano tardi, forse troppo tardi, ma che restano grandi e decisive. Quella di oggi è la vittoria di mio padre, Silvio Berlusconi». Per la primogenita dell’ex premier «sono la forza, il coraggio, la determinazione e, purtroppo, anche la sofferenza di mio padre ad aver reso possibile una giornata che rappresenta un passo avanti importante per la democrazia e per la verità in questo Paese».
Forza Italia festeggia in piazza

Una gigantografia di Berlusconi e attorno le bandiere di Forza Italia, in piazza Navona a Roma. Così partito del Cav ha celebrato l’approvazione definitiva della riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati, subito dopo il voto al Senato. In piazza, i capigruppo parlamentari, altri componenti azzurri e attivisti. Subito dopo il flashmob, foto di gruppo dei presenti. Tra loro, Antonio Lattanzi, ex assessore comunale ai Lavori pubblici in Abruzzo arrestato 4 volte nel 2002 per tentata concussione e abuso d’ufficio e citato oggi in Aula come vittima di un errore giudiziario. «Adesso andiamo a vincere questo referendum», ha detto Lattanzi in piazza.
Per Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di FI, «questa è una tappa storica e l’attuazione del programma del centrodestra», aggiungendo che ora «inviteremo gli elettori al referendum per confermare l’impegno che ci siamo presi con loro sulla giustizia». Per il suo omologo alla Camera, Paolo Barelli: «Oggi è un momento molto importante per FI perché da sempre, con il presidente Berlusconi, ha messo al centro dell’attività politica del partito, la necessità di riformare la giustizia. La riforma consiste nel generare condizioni di una giustizia giusta con un giudice veramente terzo, equidistante nei confronti del pubblico ministero e dell’avvocato della difesa. E a chi fa polemica strumentale dicendo che si assoggetta il pm al potere politico, rispondo che non capisco da dove si evinca», conclude.
Foto copertina: ANSA / ETTORE FERRARI | Marina Berlusconi al termine della cerimonia di consegna delle insegne di Cavaliere dell’Ordine ‘”Al Merito del Lavoro'” al Quirinale, Roma, 30 ottobre 2024

 
                 
                 
                