Massimo Recalcati: «Io progressista e di sinistra dico no all’educazione sessuale a scuola. E spiego perché»

Lo psicoanalista e scrittore Massimo Recalcati si schiera da sinistra a sorpresa per il no all’ora di educazione sessuale a scuola su cui sembra unito gran parte del centrodestra. Recalcati, ha spiegato la sua contrarietà ad Annalisa Chirico, che lo intervistava nella sua trasmissione su Radio Uno Rai: «sono progressista e vengo dalla sinistra riformista, ma su questo tema vado controcorrente: io non sono d’accordo sulla educazione sessuale o sentimentale a scuola per molte ragioni. Innanzitutto, chi la insegnerebbe? Il professore di scienze naturali? Vogliamo dire così che il sesso è solo una questione biologica? O la insegna uno psicologo riducendola alla sua materia?”.
Giusto che la scuola educhi alla sessualità, ma non con una materia specifica
Secondo Recalcati è giusto che «la scuola nel suo insieme educhi alla sessualità e a una affettività rispettosa. La scuola ha il compito di educare alla libertà e al rispetto degli altri. E la sessualità implica quella libertà. Nel 1968 ritrovando quella libertà ci si è liberati anche dall’oscurantismo sessuale. Il rischio ora però è produrre nuovo oscurantismo, quello che definirei scientista: ridurre la sessualità al funzionamento di organi, alla descrizione tecnica del sesso. Se si fa questa non è educazione affettiva, che invece viene fatta dal professore di italiano quando spiega Giuseppe Ungaretti o Italo Calvino, dal professore di filosofia mentre spiega Spinoza, dal professore di educazione civica quando spiega il rispetto fra esseri umani».

Pasolini spiegava che è anche mistero. E un mistero non si può insegnare come materia
Secondo lo psicoanalista la scuola ha anche la funzione all’educazione affettiva e sessuale, che non può essere lasciata alla sola famiglia «perché sono sempre di più le famiglie disfunzionali», ma «non recintando questo tema in una competenza tecnica tenuta da non so chi, su cosa significa educazione affettiva, cosa significa sessualità. Tutta la scuola nel suo essere dovrebbe essere un luogo dove ci si forma attraverso i poeti, attraverso la letteratura, attraverso la storia, attraverso il diritto. Voglio aggiungere una terza parola, oltre a libertà e rispetto, a cui deve educare la scuola. La terza parola, a cui Pasolini era molto legato, è la parola mistero. La sessualità infatti è un mistero, non si può pensare di insegnarlo. È un mistero anche l’incontro con la sessualità. E tutte queste tre parole non possono essere oggetto di una materia, ma effetto dell’educazione complessiva».
