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Aurora Tila uccisa a 13 anni, condannato a 17 anni l’ex fidanzato che l’ha fatta cadere dal balcone

03 Novembre 2025 - 17:12 Ygnazia Cigna
Aurora Tila
Aurora Tila
La procura dei minori di Bologna aveva chiesto 20 anni per il ragazzo, oggi 16enne. La condanna dopo il processo svolto con rito abbreviato. Le accuse sul femminicidio della ragazzina: che cosa fece il suo fidanzato dell'epoca mentre era rimasta aggrappata alla ringhiera del balcone

Il giudice del Tribunale per i minorenni di Bologna ha condannato alla pena di 17 anni il ragazzino oggi 16enne imputato per l’omicidio pluriaggravato di Aurora Tila, 13 anni, morta a Piacenza il 25 ottobre del 2024 dopo essere precipitata da un balcone al settimo piano dell’edificio in cui viveva. Il giovane aveva avuto una storia con la 13enne, che poi lei aveva interrotto. Il processo si è svolto con la formula del rito abbreviato. Il pm aveva chiesto una condanna a 20 anni e 8 mesi, mentre la difesa l’assoluzione.

L’imputato era accusato di omicidio volontario con l’aggravante dello stalking, ma si è sempre dichiarato innocente. Il procedimento si è svolto con rito abbreviato, che prevede la possibilità di uno sconto di un terzo della pena. In aula è presente la madre della vittima, Morena Corbellini, assistita dagli avvocati Anna Ferraris e Mario Caccurri, mentre il giovane imputato è difeso dagli avvocati Ettore Maini e Rita Nanetti. Il pm ha chiesto la condanna alla pena di 20 anni, più otto mesi per il porto abusivo di un cacciavite, per il 16enne. La procura ha anche chiesto di non riconoscere le attenuanti generiche.

La ricostruzione dell’accusa

Secondo quanto ricostruito dall’accusa, il ragazzo avrebbe spinto la 13enne dal balcone e, quando la ragazza si sarebbe aggrappata alla ringhiera, l’avrebbe colpita alle mani con le ginocchia per farla cadere. Tre testimoni – che non si conoscono tra loro – hanno confermato la dinamica. E le perizie medico legali sul corpo della ragazza avevano fatto emergere segni sulle mani compatibili con quei colpi. Per la difesa, invece, si tratterebbe di un incidente o di un gesto volontario senza l’intenzione di uccidere. Sempre secondo le ricostruzioni, la ragazza avrebbe implorato il fidanzato poco prima di morire: «Ti amo, non puoi farmi questo», gli avrebbe detto.

La madre: «Lei non lo voleva più»

Prima di entrare in aula, la madre della vittima ha dichiarato: «Al di là di uno squilibrio mentale, ha ucciso Aurora perché è un assassino di suo. L’ha uccisa per gelosia? Può essere. Per possesso? Sicuramente per possesso perché lei aveva detto di no, non lo voleva più». L’avvocata Anna Ferraris ha aggiunto di augurarsi che il 16enne riceva «una pena superiore ai 15 anni, considerando anche l’aggravante dello stalking». La sentenza potrebbe arrivare già oggi, 3 novembre.

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