Stefania Sandrelli e la distruzione della casa di Gino Paoli: «Gli spaccai un bel po’ di cose, tra cui lo stereo»

L’attrice Stefania Sandrelli oggi racconta la sua vita e la sua carriera in un’intervista al Corriere della Sera. A partire da quando ha conosciuto Pier Paolo Pasolini: «Quando a 18 anni ebbi Amanda, mia madre affittò un appartamentino all’Eur, ed eravamo vicini di casa con Pier Paolo, che abitava con la madre in via Eufrate. Lontano dal centro, potevo avere più privacy. C’era il laghetto, il verde, l’ideale per un bambino piccolo. Con Pasolini prendevo il gelato. Avevo fatto Germi ma non ero ancora così nota, lui era già il grande poeta».
Stefania, Amanda e Pier Paolo
Con il regista parlavano «di quello che facevamo. Una volta Amanda, che avrà avuto dieci anni, era sulle sue ginocchia, tutte sbucciate perché lei, come me, è sempre stata esuberante. Pasolini le disse: le hai sbucciate perché preghi troppo sul pavimento? Giocava a pallone col mio ex marito, Nicky Pende, io facevo la speaker». Poi parla del suo episodio di «Call My Agent»: «Nella puntata chiedo alla mia agente di trovarmi qualcosa di nuovo, di sperimentare; lei mi propone una giovane regista che ha appena vinto a Venezia con un film assurdo, solo che mi detesta perché, per un equivoco, pensa che io tempo prima abbia rifiutato un suo copione».
Gino Paoli
Passa a raccontare di quando ribaltò casa a Gino Paoli: «Eh, gli spaccai un bel po’ di cose, scegliendo con cura quelle che amava di più, a cominciare dallo stereo. Mi accorsi che nell’armadio, mentre in quei giorni ero in clinica da mia madre, c’erano vestiti da donna non miei. Chiesi: di chi sono? Tuoi, rispose Gino. Urlai: io li conosco i miei vestiti! Nella baruffa, mentre rompevo una cosa scoprivo un’altra roba non mia». E ancora: «Che avesse una moglie, e stavamo insieme, lo seppi dopo, da mia zia. Le risposi: mica me lo devo sposare».
Tre uomini
Dice di aver «amato tre uomini, Nicky Pende, Gino Paoli e Giovanni Soldati. No, non ci ho mai pensato a risposarmi, ho avuto tante vicissitudini». Sulla depressione: «Ho avuto momenti bui momentanei, poi mi sono ripresa. Non mi sono mai fatta aiutare. Amanda vorrebbe che mi occupassi più di me, e lo dovrò fare». Parla poi di Giovanni Soldati: «L’ho incontrato nei primi Anni ‘80. Ha qualche acciacco, lo stesso che ha avuto Marcello Lippi, l’ex allenatore della Juventus, viareggino come me. Viareggio è un paesone, ci conosciamo tutti. Andiamo al caffè Galliano, con la vista sul mare, tutti e tre siamo golosi dei loro budini di riso. Quando ci vediamo, Marcello e Giovanni parlano della Juve, una passione che a Giovanni perdono solo perché suo papà, Mario Soldati, lo scrittore, era vicino ai bianconeri».
