Manovra, Istat e Bankitalia e le critiche al governo: il taglio Irpef premia i più ricchi. Ma per Giorgetti «tutela i redditi medi»

La manovra del governo Meloni è nel mirino delle audizioni oggi in corso alle commissioni Bilancio di Senato e Camera. Tanti i punti criticati. Tra cui il taglio di due punti della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33%, per i redditi compresi tra 28 e 50 mila euro. A beneficiarne sarebbero poco più di 14 milioni di contribuenti. «Le famiglie beneficiarie sarebbero circa 11 milioni (44% delle famiglie residenti) e il beneficio medio di circa 276 euro (in ogni famiglia ci può essere più di un contribuente)», secondo le stime dell’Istat presentate dal presidente, Francesco Maria Chelli. «Ordinando le famiglie in base al reddito disponibile equivalente e dividendole in cinque gruppi di uguale numerosità – ha proseguito – emerge come oltre l’85% delle risorse siano destinate alle famiglie dei quinti più ricchi della distribuzione del reddito: sono infatti interessate dalla misura oltre il 90% delle famiglie del quinto più ricco e oltre due terzi di quelle del penultimo quinto. Il guadagno medio va dai 102 euro per le famiglie del primo quinto ai 411 delle famiglie dell’ultimo». Per tutte le classi di reddito il beneficio sul reddito familiare, spiega, è inferiore all’1%.
Le osservazioni di Bankitalia
Il vice capo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, Fabrizio Balassone, ha evidenziato che sia il taglio Irpef che le misure della manovra a sostegno dei redditi non comportano variazioni significative della disuguaglianza nella distribuzione del reddito. Per Balassone, «la riduzione dell’aliquota dell’Irpef per il secondo scaglione di reddito favorisce i nuclei dei due quinti più alti della distribuzione, ma con una variazione percentualmente modesta del reddito disponibile. Gli effetti dei principali interventi in materia di assistenza sociale si concentrano invece sui primi due quinti delle famiglie e sono anch’essi modesti».
Giorgetti replica: «Tutela i redditi medi»
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, rispedisce però le osservazioni al mittente. La riduzione dell’aliquota dal 35 al 33% «tutela i contribuenti con redditi medi, ed estendendo la platea di chi aveva beneficiato del cuneo fiscale coinvolge il 32% del totale dei contribuenti per un valore del beneficio medio atteso di 218 euro all’anno» che arriva a toccare per la fascia più alta interessata i «440 euro».
