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«Se non mi arrestate ucciderò mia moglie». Ex marito finisce in manette. Le minacce sotto casa, lo stalking e le aggressioni

08 Novembre 2025 - 11:41 Alba Romano
uccido mia moglie arrestatemi
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Il 48enne si è recato alla stazione dei carabinieri di Napoli Capodimonte dopo che nelle ultime ore aveva acuito le minacce e la persecuzione nei confronti dei figli e della ex moglie. Una tortura che andava avanti da due anni

«Se non mi arrestate io ucciderò mia moglie, sono passato ora sotto casa sua, ma non c’era». Queste le parole di un 48enne, che ieri si è recato alla caserma dei carabinieri della stazione Napoli Capodimonte, facendo scattare l’azione dei militari e poi il fermo dell’uomo stesso. Secondo quanto ricostruito da Repubblica Napoli il maresciallo, sentita la “confessione anticipata”, ha contattato immediatamente l’ex moglie e la signora, una professionista 48enne del posto, ha risposto al telefono. I due si sono lasciati nel 2023 e sono separati legalmente da marzo 2025. Hanno due figli. Il primo ha 19 anni mentre il secondo è minorenne, con grave disabilità.

Lo stalking che va avanti da due anni, le mail minatorie, gli appostamenti a casa e al lavoro

Il 48enne da due anni la perseguita e si è presentato più volte sotto casa e anche nel suo negozio. La donna ha dovuto cambiare orari e abitudini. Ha perfino staccato il citofono e richiesto un nuovo numero fisso per evitare le chiamate moleste. L’ex marito, grazie a svariati account e mail, ha minacciato di morte sia lei, che l’ex suocero e la ex cognata. Ed è arrivato perfino a minacciare i loro stessi figli, colpevoli di difendere la propria madre.

«La faccio in mille pezzi»

Non solo, a far scattare l’arresto per l’uomo sono state anche gli elementi emersi nelle ultime ore. La notte precedente ci sono stati due interventi sotto casa della signora. Il primo poco prima della mezzanotte e l’altro alle 2. Poi il 48enne, per l’ennesima volta, aveva scritto diversi messaggi al figlio 19enne con la frase «la faccio in mille pezzi». Il ragazzo incontra il proprio padre, che lo aggredisce con una stampella (l’uomo ha un problema motorio e si muove con l’apparecchio ortopedico). Davanti a tutto questo la professionista è andata a denunciarlo e forse proprio per questo non si è fatta trovare a casa. Ora, davanti a tutti questi elementi, è stato disposto per l’uomo il trasferimento in carcere.

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