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Caso Garante Privacy, l’attacco di Schlein dopo il servizio di Report: «Quadro grave, si dimetta l’intero consiglio»

10 Novembre 2025 - 11:59 Stefania Carboni
elly schlein
elly schlein
Le parole della segretaria Pd: «Un sistema gestionale opaco. Senza un azzeramento e una ripartenza sarà impossibile ricostruire la fiducia dei cittadini»

«Sta emergendo un quadro grave e desolante sulle modalità di gestione dell’Autorità Garante per la Privacy che rende necessario un segnale forte di discontinuità. Penso che non ci sia alternativa alle dimissioni dell’intero consiglio». Questo l’attacco dalla segretaria del Pd Elly Schlein, all’indomani della nuova puntata di Report e dopo l’intervista a Repubblica a Guido Scorza, uno dei componenti del collegio, nominato dal Parlamento, in quota cinque stelle.

Un lavoro quello della trasmissione Rai che per la leader dem, ha scoperchiato «un sistema gestionale opaco, caratterizzato da numerosi conflitti di interesse e da una forte permeabilità alla politica. Senza un azzeramento e una ripartenza sarà impossibile ricostruire la fiducia dei cittadini nell’istituzione che deve tutelarne i diritti e assicurare la necessaria terzietà del collegio, anche rispetto alla politica».

«Ci troviamo di fronte a un conflitto di interessi macroscopico»

Anche Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del Pd è sulla stessa linea, così come i 5 stelle. «L’Autorità per la Privacy è ancora un organo di garanzia? – chiede – Se lo chiede in un’intervista a Repubblica, anche Guido Scorza, uno dei quattro componenti del collegio del Garante della privacy, per il quale si è innescato qualcosa che sta minando alla radice l’indipendenza e l’autorevolezza percepite dell’Autorità. Le ultime settimane ci consegnano uno scontro senza precedenti tra Report, il settimanale d’inchiesta giornalistica di Rai Tre, e la stessa Autority. Tutto nasce da un fatto preciso: Agostino Ghiglia, membro del Garante, ex esponente di Alleanza Nazionale, che il giorno prima della multa inflitta a Report passa per via della Scrofa, sede nazionale di Fratelli d’Italia. E’ evidente che ci troviamo di fronte a un conflitto di interessi macroscopico – prosegue – a una sovraesposizione inaccettabile per chi dovrebbe garantire imparzialità e indipendenza. Quando un’autorità di garanzia entra in rotta di collisione con un giornalista che fa il suo mestiere, e si schiera, perde la sua credibilità. Non viene percepita più come super partes. In questi ultimi giorni stiamo assistendo a un botta e risposta inaccettabile tra Autority e giornalista. Per questo la cosa più giusta, a questo punto, sono le dimissioni. Le autorità indipendenti non possono diventare terreno di conquista dei partiti. E invece è quello che questo governo di destra, e in particolare Fratelli d’Italia, sta facendo: prima con la Rai trasformata in un megafono del governo invece che in un servizio pubblico per i cittadini e ora con le autorità di garanzia. E’ ora di cambiare registro. Perchè senza indipendenza, senza libertà d’informazione, senza organi di garanzia davvero autonomi – conclude – la democrazia si svuota»”.

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