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Educazione sessuale alle medie, la Lega ci ripensa: «Sì, ma con approvazione dei genitori». E sul consenso informato è battaglia alla Camera

10 Novembre 2025 - 19:23 Sofia Spagnoli
scuola educazione sessuo affettiva
scuola educazione sessuo affettiva
Il deputato leghista Sasso a Open: «Abbiamo ritenuto opportuno intervenire per fare chiarezza ed evitare strumentalizzazioni»

Il nuovo emendamento al testo di legge sull’educazione sessuo-affettiva nelle scuole porta la stessa firma del precedente presentato alla Camera, quella di Giorgia Latini (Lega), e come spiega il collega di partito e relatore Rossano Sasso costituisce «una modifica normativa alla luce della strumentalizzazione in atto».

La novità è la caduta del divieto di trattare l’affettività alle scuole medie. «Noi non siamo quelli che vogliono vietare che in classe si parli di affetto e rispetto», spiega Sasso, ed è così che anche alle medie l’educazione sessuo-affettiva potrebbe fare la sua comparsa. La modalità sarebbe quella già indicata per le scuole superiori: un consenso informato dei genitori, che conosceranno in anticipo temi trattati e materiali distribuiti.

Le motivazioni della Lega

Per la Lega, più che una retromarcia, si tratterebbe dunque di una precisazione normativa. «Nelle indicazioni nazionali del ministero dell’Istruzione è già previsto che si possa svolgere educazione sessuale – spiega a Open il deputato – abbiamo ritenuto opportuno intervenire per fare chiarezza ed evitare strumentalizzazioni». «Si parla di noi come se fossimo brutti e cattivi – prosegue – ma non è così. Ci limitiamo a vietare ciò che non è previsto dalle Indicazioni nazionali, vale a dire quella che, in estrema sintesi, anche Papa Francesco ha definito ideologia gender».

«Nessuna correlazione con i femminicidi: questione tecnica»

Sasso tiene inoltre a precisare che se l’emendamento è stato modificato oggi non è per una «correlazione con i femminicidi dell’ultimo periodo: si tratta di una questione puramente tecnica. L’abbiamo modificato oggi perché l’esame in Commissione è terminato, e il testo può ora essere modificato solo in Aula».

«La sinistra ha un atteggiamento paranoico e ossessivo»

Il deputato lamenta anche il tono del confronto politico che in Aula: «Molto basso. Io stesso, da insegnante – ora in aspettativa – ho partecipato a questo tipo di lezioni, e ritengo che la sinistra stia mostrando un atteggiamento paranoico e ossessivo. Noi vogliamo semplicemente fare chiarezza. L’importante è che il dibattito possa finalmente salire di livello d’ora in poi e che vada oltre la pura propaganda».

Per le medie e le superiori

Per quanto riguarda le scuole medie e superiori, quindi «noi prevediamo – specifica Sasso – il consenso informato: parlare di temi legati alla sessualità che non rientrano nelle Indicazioni nazionali non è vietato, ma chiediamo soltanto che le famiglie siano informate e che possano conoscere in anticipo il materiale didattico utilizzato»

L’opposizione: «Un diritto trasformato in privilegio»

Ma l’assenso dei familiari all’educazione sessuale a scuola è una condizione che non fa contenti tutti. Anzi, proprio su questo punto l’aula sembra essersi spaccata. Per come è stata pensata la normativa, infatti, chi non riceve l’approvazione dei genitori rimane escluso da queste lezioni. «Per noi questo è un disegno di legge irricevibile», attacca Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera e responsabile nazionale scuola Pd. «Non è materia accessoria, ma un diritto fondamentale che va riconosciuto», osserva la dem Cecilia D’Elia.

Anche secondo Stefania Ascari (M5S), si parla di «patto educativo ma in realtà è solo censura. La scuola dovrà chiedere il permesso ai genitori per parlare di affettività, rispetto, consenso. Così le classi si spaccano: chi resta ad ascoltare e chi deve uscire perché mamma o papà non sono d’accordo. Un’educazione a metà, un diritto trasformato in privilegio per chi ha famiglie illuminate». 

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