Elezioni Regionali in Veneto 2025, quando si vota? I nomi e il profilo dei cinque candidati in corsa

Mancano una settimana ai tre appuntamenti elettorali che chiuderanno la tornata d’autunno. Le urne si apriranno domenica 23 e lunedì 24 novembre in Veneto, Campania e Puglia, dove i cittadini sono chiamati a rinnovare i propri governatori e consigmetali regionali. E tra le Regioni al voto c’è anche il Veneto, la terra governata per quindici anni da Luca Zaia, ribattezzato “il doge”. Se nel centrosinistra il nome del candidato, Giovanni Manildo, è emerso rapidamente, nel centrodestra la scelta dell’aspirante successore ha richiesto mesi di trattative. A correre per la successione di Zaia sarà il giovanissimo Alberto Stefani, deputato della Lega. Ma chi sono gli altri candidati in campo? E quando si voterà?
Quando si vota per le elezioni regionali in Veneto?
Per gli aventi diritto si voterà domenica 23 novembre dalle 7 alle 23 e lunedì 24 novembre dalle 7 alle 15. Il voto in Veneto si terrà nell’ultima data utile, come in molti si aspettavano. Una scelta legata anche alle tensioni interne emerse nella maggioranza, dove non è stato semplice definire gli equilibri – anche in vista del futuro – dopo la decisione di puntare su un candidato della Lega. Secondo alcune indiscrezioni, Giorgia Meloni avrebbe chiesto in cambio la Lombardia. Insomma, il Veneto arriva all’appuntamento elettorale al termine di settimane di confronti e nervosismi tutt’altro che risolti.
Chi sono i candidati?
Alberto Stefani
Alberto Stefani, classe ’92, è considerato una delle promesse della Lega e del centrodestra. Definito da alcuni giornali come “un gentiluomo” per il suo stile di campagna elettorale – niente polemiche e zero slogan urlati – Stefani è deputato, ex sindaco e segretario regionale della Lega in Veneto. La sua militanza nel partito comincia presto: prende la tessera da socio sostenitore a soli 15 anni. A 25 viene eletto deputato, a 26 conquista la fascia tricolore di sindaco di Borgoricco. Nel 2022 viene poi riconfermato alla Camera nel collegio uninominale Veneto 2 – 01. Quanto agli studi universitari, nel dicembre 2017 si laurea in giurisprudenza con 110 e lode all’Università di Padova, con una tesi in diritto canonico. La sua campagna elettorale si distingue per l’attenzione a temi trasversali, che si discostano dai tradizionali cavalli di battaglia salviniani: ecologia, lotta al disagio giovanile, sportelli psicologici, sostegno alle imprese e attenzione agli anziani sono al centro del suo programma.
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Chi lo sostiene?
Stefani può contare sul sostegno compatto della coalizione di centrodestra, composta dalla sua Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi moderati e diverse liste civiche.
Giovanni Manildo
Per il centrosinistra compatto scende in campo Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso. Cinquantasei anni, avvocato civilista, Manildo è da sempre vicino al Partito Democratico. Entra in politica nel 2008 come consigliere comunale di opposizione, poi nel 2009 diventa segretario cittadino del Pd. Nel 2012 vince le primarie del centrosinistra e l’anno successivo conquista una storica vittoria contro Giancarlo Gentilini, ponendo fine a vent’anni di dominio leghista a Treviso. Nel 2018, però, viene sconfitto al primo turno da Mario Conte. Oggi Manildo si cimenta in una sfida difficile, quasi da “Davide contro Golia”: provare a strappare il Veneto al centrodestra. Ha già chiarito che, in caso di sconfitta, il suo gruppo sarà comunque pronto a fare un’opposizione costruttiva in Consiglio regionale. La sua campagna elettorale si concentra sui nodi rimasti aperti dopo i quindici anni di governo Zaia: in primis la sanità, che – come ha più volte ricordato – ha perso punti negli ultimi anni, con liste d’attesa divenute lunghissime. Poi, una serie di misure rivolte ai giovani e alle imprese.
Chi lo sostiene?
Attorno a Manildo si è formata una coalizione ampia che di cui fanno parte sette liste diverse: il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, Volt, le Civiche Venete, Uniti per Manildo e Pace Salute Lavoro.
Fabio Bui
Ma sui blocchi di partenza c’è anche Fabio Bui. Già sindaco di Loreggia, è stato presidente della Provincia di Padova dal 2018 al 2022. Nel settembre 2019 è stato inoltre eletto presidente del Consiglio delle Autonomie Locali (Cal) del Veneto, l’organismo che rappresenta gli enti locali della regione.
Chi lo sostiene?
Sarà il candidato presidente della lista “Popolari per il Veneto”, «il movimento-partito – come ricordano sul sito ufficiale – politico culturale democratico cristiana e popolare».
Marco Rizzo
E poi c’è Marco Rizzo, nato a Torino nel 1959 ma di origini venete, figura di spicco della sinistra italiana. È stato militante del Partito Comunista Italiano ed è tra i fondatori di Rifondazione comunista e successivamente dei Comunisti italiani. Nel 2022, come segretario del Partito Comunista, ha co-fondato la lista elettorale Italia Sovrana e Popolare, presentatasi alle elezioni politiche in alleanza con altri partiti. Nel 2024 si è candidato alla presidenza della Regione Umbria, presentandosi con due liste, senza però essere eletto. Negli ultimi anni ha assunto posizioni critiche e scettiche riguardo l’origine antropica del cambiamento climatico. Tra l’altro, quest’anno è tornato virale con un video in cui, per sostenere le proprie posizioni contro il riarmo, ha spiegato che «le uniche bombe che ci piacciono sono queste», indicando il seno di una modella vicino a lui.
Chi lo sostiene?
Rizzo si candida con la lista di Democrazia sovrana e popolare (Dsp), che si presentò come lista già alle elezioni politiche del 2022. Nel 2024 si è trasformata definitivamente in un partito politico, del quale Rizzo è coordinatore.
Riccardo Szumski
Infine, Riccardo Szumski, medico di base (ora radiato) e per anni sindaco di Santa Lucia di Piave, comune trevigiano. Ha suscitato molte polemiche per le sue posizioni controverse sul Covid-19: «Durante l’emergenza ho scelto la via della cura tempestiva e della libertà di coscienza – scrive sulla sua pagina – opponendomi a protocolli imposti dall’alto. Per questa scelta sono stato radiato».
Con chi si candida?
Szumski scende in campo con “Resistere Veneto”. «Siamo quelli che non hanno dimenticato il tradimento dell’autonomia, le bugie della pandemia, la sanità al collasso». Un approccio di stampo populista e di rottura.
