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Francesco Garofani e il presunto piano del Quirinale per fermare Giorgia Meloni: «Chiacchierata, non complotto»

19 Novembre 2025 - 05:10 Alessandro D’Amato
francesco garofani giorgia meloni sergio mattarella piano quirinale complotto
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La replica del consigliere di Mattarella. Le frasi sulla crisi finanziaria e lo spread. I precedenti contrasti con Palazzo Chigi. E la rabbia di FdI: «C’è gente che parla troppo, quando il dovere di chi ricopre cariche tanto importanti non sarebbe quello di fare strategie o di brigare contro il governo...»

«Sono molto amareggiato, per me e per i miei familiari. Mi spaventa la violenza dell’attacco e quel che fa male è l’impressione di essere stato utilizzato per colpire il presidente». Giorgia Meloni voleva la smentita di Francesco Saverio Garofani sul presunto piano del Quirinale per far cadere la premier. Arriva invece una conferma attraverso le parole del consigliere al Corriere della Sera. «Era una chiacchierata in libertà tra amici», dice. Il consigliere è convinto di «non aver mai fatto dichiarazioni fuori posto, mai esibizioni di protagonismo». Rivela di aver «letto e riletto Belpietro, senza capire in cosa consisterebbe il complotto».

Il presunto piano del Quirinale per fermare Giorgia Meloni

Ieri Maurizio Belpietro su La Verità ha raccontato che Garofani avrebbe detto: «Un anno e mezzo di tempo forse non basta per trovare qualcuno che batta il centrodestra: ci vorrebbe un provvidenziale scossone». Auspicando poi «una bella crisi finanziaria come ai tempi di Berlusconi, con lo spread alle stelle». L’articolo de La Verità era firmato dal “cronista” Ignazio Mangrano, ovvero un nome di fantasia, di quelli che si usano nelle redazioni. Quando è finito nelle chat di Fratelli d’Italia i deputati e i senatori hanno cominciato a ricordare i contrasti tra Palazzo Chigi e il Quirinale. Spesso vissuti da Meloni come ostilità malcelate. Spesso tra i criticati è finito il segretario generale della presidenza della Repubblica Ugo Zampetti.

L’attacco di FdI a Francesco Garofani

«Se Galeazzo ha ripetuto quelle frasi in Aula nel pomeriggio, è perché era tutto coordinato dall’alto», si ragiona parlando dell’uscita di Bignami. In privato Meloni chiede di chiarire quale sia l’obiettivo. Cioè Garofani, non il capo dello Stato. La presidente del Consiglio insiste: la smentita alle frasi pubblicate da La Verità sarebbe stata doverosa e non è arrivata. Anche perché quelle frasi «sono state pronunciate». E si parla di un presunto audio che sarebbe in possesso di Belpietro. Una registrazione ricevuta da una fonte «diversi giorni fa».

Mattarella e Garofani

Il legame tra Sergio Mattarella e Francesco Saverio Garofani nasce nel 1992 al Popolo. All’epoca il primo era il direttore politico del quotidiano della Dc, l’altro il direttore responsabile. Il Capo dello Stato lo porta al Quirinale nel 2018. Poi la promozione a consigliere per gli Affari del Consiglio supremo di Difesa. Che già allora portò ad attacchi da parte di FdI. Garofani, 63 anni, laureato in lettere e filosofia, è stato deputato nel 2006 e membro della Direzione nazionale del Partito Democratico. Ha scritto molto di Aldo Moro, tra cui Dialoghi su Moro, un contributo alla storia, pubblicato dalle Edizioni Cinque Lune. E uno con David Sassoli.

Le parole di Garofani

Al Corriere Garofani dice che Mattarella «è stato affettuosissimo, mi ha detto “stai sereno, non te la prendere”». È convinto di «aver dimostrato con i fatti l’assoluto rispetto per le istituzioni, in tutti i ruoli che ho ricoperto». E ancora: «Da quando il presidente mi ha fatto l’onore di chiamarmi a collaborare con lui, sono stato sempre convintamente al suo servizio, al servizio dell’istituzione». Mentre sulla citazione di Ernesto Maria Ruffini, ex direttore dell’Agenzia delle Entrate e a cui si legano ambizioni politiche, replica: «È un amico, lo stimo». Dal 2015 al 2018 ha presieduto la commissione Difesa della Camera e ancora va fiero dell’«apprezzamento che credo di aver ricevuto da tutti i gruppi, anche di opposizione». Ma è passata un’era geologica.

Lo «stupore» del Quirinale

Il Quirinale ha parlato di «stupore» a proposito della polemica. Ha atteso una telefonata di Meloni senza esito. Dal Colle filtra il timore che Meloni abbia voluto offrire copertura politica alla suggestione di un «complotto» del Quirinale contro di lei. Le parole di Garofani sono state pronunciate durante una cena in un locale pubblico giorni fa. Mentre da tempo dentro FdI raccontano di «strani movimenti» e «preoccupanti affermazioni» di cui nel partito erano a conoscenza «da un po’». «C’è gente che parla troppo, quando il dovere di chi ricopre cariche tanto importanti, come in questo caso la consulenza sulla difesa, non sarebbe quello di fare strategie o di brigare contro il governo…», è il punto.

Parlare a vanvera

Sui giornali oggi Meloni sembra voler gettare acqua sul fuoco: «Tutti — ha commentato con i suoi — abbiamo qualcuno che ogni tanto parla a vanvera». C’è anche chi pensa che sia proprio Mattarella a non volere che la premier faccia il bis alle elezioni. In via della Scrofa ci si chiede il perché di quel comunicato dello staff. La risposta che si danno è che Garofani e gli altri hanno paura perché in caso di vittoria di Meloni ed elezioni di un capo dello Stato di centrodestra i loro destini sarebbero segnati: «Lì dentro c’è molta ansia. Ma chi oggi ha tirato in ballo l’istituzione Quirinale sono loro, non certo noi».

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