Renzi e l’incontro con lo 007 Mancini in autogrill, archiviate le accuse contro Report: «Segreto di Stato? Non risulta»

Report non ha violato alcun segreto di Stato quando ha mandato in onda, tra il maggio e il giugno 2021, una serie di servizi che approfondivano il misterioso incontro in Autogrill tra Matteo Renzi e lo 007 Marco Mancini il 23 dicembre 2020. A stabilirlo il gip di Roma Luca Battinieri che in un’ordinanza di sei pagine ha escluso che la trasmissione d’inchiesta della Rai abbia oltrepassato il limite. In particolare, indagando sull’identità di quel «losco figuro» che una insegnante di passaggio aveva visto (e filmato) confabulare con Renzi e che poi è stato riconosciuto come Marco Mancini. Le accuse di diffamazione sono state invece rinviate per competenza al pm.
Perché Report non ha violato il segreto di Stato
L’indagine romana, scaturita da un esposto dello stesso Mancini, coinvolgeva a vario titolo i giornalisti Giorgio Mottola, Danilo Procaccianti, Salvatore Walter Molino, Francesca Immacolata Chaouqui, il defunto Francesco Di Mare e Sigfrido Ranucci. L’ipotesi di violazione del segreto di Stato era però contestata solo a Mottola e Procaccianti, che avevano trasmesso l’intervista a un ex 007 rimasto anonimo in cui gli veniva chiesto di riconoscere chi fosse la persona che parlava con Renzi in Autogrill. La risposta era stata certa: Marco Mancini. Il gip di Roma ha ammesso che i dati del personale dei servizi (Dis, Aise e Aisi) possono essere «potenzialmente soggetti a segretazione» ma il segreto di stato deve essere «formalmente apposto dal presidente del Consiglio, come previsto dalla legge 124/2007». In questo caso, non solo non risulta alcun accertamento riguardo all’effettiva apposizione del segreto ma la stessa notizia «non avrebbe avuto idoneità lesiva per gli interessi di sicurezza nazionale, presupposto indispensabile per configurare i reati contestati».
Il nodo del segreto di Stato
Matteo Renzi e Marco Mancini, ex numero 2 dei servizi, si era incontrati per circa quaranta minuti in una piazzola di un Autogrill. Il video, registrato di nascosto da quella che è stata definita una “insegnante di passaggio”, è stato trasmesso in esclusiva dalla trasmissione Report, che nei mesi successivi ha tentato di scavare dietro alle ragioni che avevano spinto il politico e lo 007 a vedersi. Dalla messa in onda di diversi servizi, però, era scaturiti numerosi procedimenti a partire dalle denunce dei due protagonisti dell’incontro. Nell’ambito di uno di questi, il 2 maggio 2022 gli inquirenti avevano sentito Elisabetta Belloni, ex capa del Dis. Era stata lei a rifiutarsi di rispondere a due domande, in particolare sull’identità dell’uomo incontrato da Renzi e sui presunti rapporti tra Report e i servizi segreti, frapponendo il «segreto di Stato». Di fronte alle proteste dello stesso Renzi, l’attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano aveva rivelato che il precedente premier, Mario Draghi, aveva confermato nel giugno 2022 il segreto di Stato invocato da Belloni. Una decisione di cui, stando al gip di Roma, non ci sarebbe concreta traccia. Nei mesi scorsi, Renzi era poi stato accontentato da Giorgia Meloni: «Ho dato mandato di togliere il segreto».
Ranucci esulta: «Di Mare da lassù sarà orgoglioso di Report»
L’archiviazione delle accuse contro Mottola e Procaccianti, così come l’estinzione per morte del procedimento a carico di Di Mare, è stata accolta con giubilo dal conduttore di Report Ranucci: «Il Gip ha archiviato definitivamente le accuse nei confronti del sottoscritto e dei colleghi Giorgio Mottola, Danilo Procaccianti e Walter Molino. C’era anche il vecchio Franco Di Mare, che da lassù potrà essere ancora una volta orgoglioso di come ha lavorato Report, la trasmissione che ha amato e valorizzato».
