La preside che vendeva i test per diventare insegnante di sostegno a 5mila euro: come funzionava il sistema di corruzione scoperto dalla procura di Crotone

Un vero e proprio sistema di corruzione dove venivano fornite le risposte dei test per diventare insegnante di sostegno al prezzo di 5mila euro. È questo il quadro tracciato in un’inchiesta della procura di Crotone che avrebbe permesso, secondo gli inquirenti, a diversi candidati di conoscere in anticipo i quesiti del concorso Tfa sostegno 2021-2022 grazie a un meccanismo illecito di rivelazione di segreti d’ufficio. I Tfa (abbreviazione di tirocinio formativo attivo) sono i percorsi di specializzazione che abilitano all’insegnamento del sostegno per gli studenti con disabilità. Da questo punto di partenza, gli investigatori stanno ricostruendo una rete di rapporti, ruoli e responsabilità che vede coinvolti diversi docenti, la preside di un istituto calabrese e alcune figure legate alla formazione professionale.
La preside e suo genero agli arresti
L’indagine è coordinata dalla giudice per le indagini preliminari Elisa Marechetto e aveva già portato nei giorni scorsi agli arresti domiciliari l’ex preside Ida S. di 69 anni e suo genero 40enne Ernesto C., titolare di un centro di formazione. Loro sono accusati, a vario titolo, di tentata concussione, induzione indebita nel dare e promettere utilità, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, truffa, peculato, corruzione e rivelazione di segreti d’ufficio.
Secondo le ipotesi formulate nelle indagini preliminari, la dirigente avrebbe compiuto le attività illecite durante il suo incarico di preside nella scuola superiore Pertini-Santoni di Crotone e avrebbe avuto l’intenzione di proseguire anche dopo essere andata in pensione, sfruttando la rete di contatti costruita negli anni alla guida dell’istituto.
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L’inchiesta si allarga, trovato il mediatore: è un ex docente
Gli interrogatori di garanzia del 17 novembre hanno aperto un nuovo fronte. Questa mattina, infatti, i carabinieri hanno notificato nuove misure cautelari, facendo emergere un quadro ancora più ampio. Ai domiciliari è finito anche il 64enne Giovanni Carbone, ex insegnante e socio di una società attiva nella formazione. Secondo gli inquirenti, avrebbe avuto un ruolo chiave nella presunta catena che portava i quesiti riservati dei test Tfa nelle mani dei candidati. L’accusa nei confronti di Carbone è che avrebbe avuto un ruolo di intermediario e avrebbe percepito il bottino di 5mila euro per veicolare le risposte, poi cedute tramite la mediazione della preside e del titolare del centro di formazione (il genero della dirigente). Tra i vari atti sequestrati dai carabinieri ci sono i fogli con le risposte dei test e un quadernetto con tanto di contabilità appuntata.
Verbali falsificati e i favori alla figlia della preside: due docenti non possono più insegnare
Oltre agli arresti, il gip ha disposto anche due provvedimenti interdittivi dall’insegnamento, validi fino alla fine dell’anno scolastico 2025-2026. A riceverli sono la 52enne Francesca Arcuri e la 64enne Lucia Rita Muscò, entrambe coinvolte – secondo la magistratura – in ulteriori filoni della stessa indagine. Le accuse contestate ad Arcuri riguardano, infatti, falso ideologico, falso materiale e truffa aggravata. L’insegnante avrebbe falsificato i verbali di una commissione impegnata nel 2022 nella selezione di 25 educatori professionali per un progetto di sostegno a studenti con disabilità. Inoltre, sarebbe indagata per presunte omissioni che avrebbero permesso alla figlia della preside, anche lei insegnante, di risultare presente in servizio in periodi dove invece era assente.
Il fascicolo: 23 persone indagate
Diverso il ruolo attribuito a Lucia Rita Muscò, vicaria della dirigente Sisca. Lei è accusata di falso ideologico, falso materiale e concussione, in concorso con la preside. Secondo l’accusa avrebbe redatto documenti irregolari per consentire a un candidato esterno di sostenere esami integrativi per ottenere la maturità da geometra. Al momento, gli indagati sono in tutto 23. Una cifra che rende l’idea della complessità dell’indagine e del numero di fronti su cui la magistratura sta lavorando: dalla presunta compravendita delle risposte ai test alla manipolazione di verbali ufficiali, dalle irregolarità amministrative alla formazione professionale.
L’inchiesta prosegue e nelle prossime settimane potrebbero emergere ulteriori elementi utili a definire il presunto sistema che, secondo le accuse, avrebbe minato la regolarità dei concorsi e dei processi formativi in un settore delicato come quello del sostegno scolastico agli alunni con disabilità.
