Ultime notizie Coppa DavisDelitto di GarlascoDonald TrumpGiorgia Meloni
ECONOMIA & LAVOROFurtiLavoro e impresaLazioLicenziamentiRomaSupermercati

Trucchi nascosti nel latte e prezzi invertiti: così Pam ha licenziato 10 dipendenti in 3 mesi con il «test del carrello»

20 Novembre 2025 - 09:37 Alba Romano
pam test carrello licenziamenti roma
pam test carrello licenziamenti roma
Dopo i casi in Toscana, ne sono emersi almeno altri dieci nei 25 punti vendita di Roma. Oltre a pressioni psicologiche e tranelli, i lavoratori parlano di presunte lettere di lamentele: «Una cassiera non può fare anche la vigilante»

È un vero e proprio test a tappeto quello che Pam sta compiendo in numerosi punti vendita e che ha portato al licenziamento di dieci dipendenti negli ultimi tre mesi solo a Roma, oltre che ai tre tra Siena e Livorno degli ultimi giorni. Si tratta della cosiddetta “prova del carrello”, un test attitudinale in cui un ispettore mandato dall’azienda finge di essere un cliente e prova a fregare il cassiere: si va dal furto vero e proprio di prodotti allo scambio di etichette per pagare di meno. Il caso ha suscitato grande scalpore e ha fatto imbestialire i sindacati, che per giovedì 20 novembre hanno previsto un tavolo condiviso con i dirigenti di Pam Panorama per trovare una soluzione. Ma la mobilitazione è una prospettiva concreta.

Il cibo scaduto e la lettera contro il cassiere 

Se a Livorno e a Siena gli ispettori si limitavano a rubacchiare, nei 25 punti vendita romani le strategie erano ben più complesse. Dalle scatolette di tonno scadute e non controllate, che sono costate il lavoro a un dipendente solo tre giorni fa, a fantomatiche lettere scritte dai clienti. Come Massimiliano, 55 anni e dal 1996 lavoratore dell’azienda: «L’azienda mi ha spiegato che un cliente aveva scritto una lettera di lamentela, ma nessuno me l’ha mai fatta leggere. Non riesco neanche a difendermi senza la lettera», ha raccontato a Repubblica Roma. «Inoltre devo assistere mia madre disabile, ma nonostante questo sonno stato trasferito tre volte». 

Le pressioni sulle dipendenti: «Licenziata per non aver visto oggetti nascosti»

Ma anche a Roma la strategia dei furterelli e della pressione psicologica sui dipendenti sembra all’ordine del giorno. Antonella, da 34 anni cassiera per Pam, è stata sottoposta due volte al test del carrello. «A fine luglio un ispettore si è presentato, io sono rimasta tranquilla e ho seguito la normale procedura. Lui conversava con me e spesso si metteva davanti al display per impedirmi la visuale», ha raccontato. «Mi sono accorta subito che c’erano etichette sbagliate, ma mi sono sfuggite due barrette di cioccolato nascoste in un angolo cieco del carrello». Due mesi e mezzo dopo, la seconda visita di un ispettore «Stavolta mi sono agitata, ho controllato bene tutto il carrello e le etichette ma non ho visto il trucco nascosto dentro la scatola da dieci litri di latte e uno nella confezione delle uova. Sono andata nel panico e mi sono sentita male».  

La sollevazione dei sindacati: «Condizioni di lavoro siano dignitose»

La lettera di diffida mandata dai sindacati all’azienda si basa proprio sul racconto dei dipendenti. «Denunciano un clima interno sempre più teso, segnato da richiami spesso pretestuosi e da una gestione percepita come conflittuale», hanno spiegato i sindacati Filcams Cgil, Fisica Cisl e Uiltucs. «Chiediamo all’azienda di cambiare rotta e avviare un confronto costruttivo per ripristinare condizioni di lavoro dignitose. Un’ausiliaria alla vendita non può fare anche la vigilante». 

leggi anche