Un nuovo audio diffuso da Report inguaia il Garante della Privacy. Fanizza sullo spionaggio dei dipendenti: «Non ho agito da battitore libero»

«Io non mi muovo come battitore libero. Il collegio mi ha giustamente responsabilizzato di avviare delle responsabilità di discovery». A parlare è Angelo Fanizza, l’ex segretario generale del Garante della Privacy dimessosi pochi giorni fa. In un audio diffuso da Report, si sente l’ex segretario intervenire durante la riunione tra dipendenti e collegio del Garante della Privacy. In quell’occasione, Fanizza nega di aver agito da solo e parla di una decisione presa di comune accordo con il collegio dell’ente per la protezione dei dati personali. Una posizione che smentisce il comunicato dello stesso collegio pubblicato poco dopo le sue dimissioni.
Tutti i guai del Garante
Per capire la vicenda occorre fare qualche passo indietro. Il Garante della Privacy è da settimane sotto i riflettori mediatici per via di alcuni dubbi su eventuali conflitti di interesse da parte dei membri del suo collegio. In seguito ad alcune inchieste di Report, trasmissione Rai condotta da Sigfrido Ranucci, diversi leader politici hanno chiesto l’azzeramento dei vertici dell’Autorità, che però non c’è stato. Nei giorni scorsi, però, è arrivata un’importante novità: le dimissioni del segretario generale Angelo Fanizza, Oggi i dipendenti del Garante della Privacy hanno chiesto le dimissioni dei membri del Collegio. Membri che i membri del collegio avevano scelto all’unanimità lo scorso ottobre.
Il nuovo audio di Fanizza diffuso da Report
Secondo quanto rivelato da Report, le prime inchieste giornalistiche avrebbero fatto scattare una sorta di caccia alle streghe in piazza Venezia. Con lo stesso Fanizza che avrebbe chiesto al dipartimento per la sicurezza informatica di spiare i dipendenti del Garante della Privacy per scovare la talpa che ha fornito informazioni ai giornalisti di Report. Nei giorni scorsi, i dipendenti hanno chiesto le dimissioni dell’intero collegio, ma sono arrivate solo quelle di Fanizza. Che ora, nell’audio diffuso sempre dal programma Rai, fa capire di aver agito su mandato dell’intero collegio e non per conto proprio: «Si è parlato, non si è deciso, se fosse necessario individuare un soggetto istituzionale tipo la magistratura, oppure se incaricare ufficialmente una società privata. Sfido chiunque a dire se io, in quella sede, quando si è parlato di soggetti privati, non mi sono fermamente opposto alla possibilità che un privato potesse conoscere alcuni appuntamenti».
November 22, 2025
Foto copertina: ANSA/Fabio Frustaci
