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Super Jovanotti, incantevole Lucio Corsi, che confusione Ramazzotti. Brave Levante ed Emma Nolde – Le nostre recensioni

23 Novembre 2025 - 09:02 Gabriele Fazio

Jovanotti – Niuiorcherubini

Un profondo senso di libertà pervade quello che possiamo definire, senza troppo timore di essere smentiti, come il miglior album di Jovanotti dai tempi di Ora (2011). La libertà di essere Jovanotti, di prendere la propria poetica da santone, che, per quanto possa risultare spesse volte snervante, è precisa, ormai segno indelebile del suo fare musica, forse del suo fare vita, per sguinzagliarla sui più svariati sound, quelli che, evidentemente, più lo divertono.

In barba alle classifiche, che alla soglia dei 60 non sono più un problema, è chiaro. Il disco, lavorato con il supporto di Federico Nardelli, uno dei migliori produttori pop italiani, è godibile, dall’inizio alla fine. Non un brano sbagliato, non un brano più ammiccante, più ragionato, non una hit, nessun featuring furbetto. Niente che vada incontro al mercato. Solo Jovanotti, in purezza, e la sua visione del mondo, stiracchiata su tredici brani che la fanno sbrilluccicare, colorata delle solite tonalità sgargianti, accese, vivide. Solo Jovanotti, in purezza, e la sua visione della musica, libera, imperfetta, tanto da decidere di incidere queste tredici tracce in presa diretta, lasciando errori, imprecisioni, il sangue del suono live, che in qualche modo ti abbraccia, ti fa entrare dentro lo studio di Brooklyn dove l’album è stato registrato, in compagnia di musicisti straordinari ai quali Jovanotti ha aperto le porte del suo approccio spregiudicato alla musica.

Spregiudicato, specie oggi, ma anche istintivo, tanto che perfino la scrittura, come di rimbalzo, ne esce fresca e dannatamente onesta, un sussurro all’orecchio di quella che è ormai un’assoluta leggenda della musica italiana, capace di rimanere il guascone con il cappellino storto degli anni ’90, ma anche, contemporaneamente, un musicista maturo che sa esattamente dove vuole arrivare e che vive la musica con una pace del tutto inedita, senza farsi troppo sporcare dal grasso dei meccanismi di un’industria che ha visto mutare, regolarmente in peggio, sotto il suo naso. Ma quando si è così leggeri, è chiaro, si vola molto più in alto.

Niuiorcherubini è un disco effettivamente diverso, superiore, toccato da una luce del tutto particolare. Un disco da ascoltare, da bere, da ancheggiare. Un disco per il quale, sentitamente, ringraziamo.