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Super Jovanotti, incantevole Lucio Corsi, che confusione Ramazzotti. Brave Levante ed Emma Nolde – Le nostre recensioni

23 Novembre 2025 - 09:02 Gabriele Fazio

Messiness – Messiness

Intendiamoci, non capita spesso, ma qualche volta si. Capita, qualche volta, e serve essere discretamente fortunati, che si inciampa in un’opera, può essere un quadro, una fotografia, un film, o una canzone o un disco, naturalmente, che ti da tutto ciò di cui hai bisogno, che regala una sorta di senso di sazietà intellettuale, una tale goduria, se vogliamo metterla giù senza troppi fronzoli, che ti viene da pensare che quello, tutto sommato, potrebbe essere un buon momento per alzarsi e andarsene.

Ecco, ascoltare il disco d’esordio dei Messiness, il nuovo progetto di quel geniaccio alieno di Johann Sebastian Punk, fa esattamente questo effetto. Quello che viene proposto è una sorta di viaggio interstellare, surreale, sofisticato, in un universo altro. Le canzoni brillano di colori psichedelici, il rock, con influenze assai english e notevoli venature folk, che fa l’amore con la world del più profondo Mediterraneo. Le sonorità hanno braccia talmente larghe e forti da riuscire ad abbracciare ogni epoca e ogni luogo. Dentro Messiness tutto si trova e tutti si possono trovare. Le canzoni sono tutte eccellenti, meravigliose, mine che ti fanno esplodere il cervello regalando momenti di mani sul viso e occhi sbarrati. Intendiamoci, non capita spesso. Capita, qualche volta, e serve essere discretamente fortunati. E stavolta è capitato.