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Caso Garofani, La Russa: «Credo che il consigliere del Quirinale debba lasciare l’incarico». Poi arriva la precisione: «Mai chieste dimissioni»

24 Novembre 2025 - 14:07 Stefania Carboni
la russa
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Il numero uno di Palazzo Madama dice la sua su un caso che per Meloni era chiuso: riaprendolo di nuovo

«Spiace che avere risposto a una domanda sul consigliere Garofani possa pensare di far riaprire un caso che, anche io, come Giorgia Meloni, considero chiuso e sul quale ho espresso personalmente sin dal primo minuto, piena solidarietà al presidente Mattarella. Certo, ho detto, forse in maniera troppo sincera, che Garofani potrebbe essere imbarazzato a svolgere il ruolo non di consigliere ma di segretario del Comitato supremo di Difesa. Ma non tocca a me chiedere le sue dimissioni e nemmeno l’ho fatto». Lo afferma il presidente del Senato, Ignazio La Russa.

Cosa aveva detto La Russa

«Credo che il segretario del Consiglio Supremo di Difesa – che si deve occupare della difesa nazionale – sia meglio che lasci quel ruolo». Sembrava finita e invece si riapre il caso Garofani, con le parole del presidente del Senato, Ignazio La Russa. Francesco Saverio Garofani, consigliere del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, finì sul quotidiano La Verità, che pubblicò gli estratti di sue conversazioni private in cui esprimeva opinioni politiche contro il governo Meloni. «Il presidente della Repubblica, che si è trovato tra capo e collo questa vicenda, non ha nessuna responsabilità, e sono certo non condividere le cose dette dal suo consigliere», ha sottolineato La Russa.

«Che Meloni non c’entrasse niente era del tutto evidente»

La Russa ha poi aggiunto: «Che Meloni non c’entrasse niente era del tutto evidente. Si parla di un Consigliere che in ambiente di tifosi, a ruota libera, si è lasciato andare improvvidamente a tutta una serie di valutazioni su governo, su Meloni». «Se lo dice un consigliere del presidente della Repubblica non si può addossare questo pensiero al presidente, ma una critica a questo consigliere è assolutamente legittima, soprattutto se gli è stata chiesta una smentita e lui ha detto “si trattava di chiacchiere di amici. Fosse stato uno di destra oggi lo vedremo appeso ai lampioni di qualche città o cattolicamente crocifisso», ha concluso La Russa. «Si tratta dei suoi personali desideri, che non sono degni di uno che fa il Consigliere del Presidente».

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