MediaWorld e il caso degli iPad venduti a 15 euro. Il consiglio del legale: «Il cliente non accetti l’offerta di versare più soldi»

È possibile pagare un iPad 15 euro? E se si tratta di un errore, tocca al cliente rimediare? Il caso risale all’8 novembre scorso, quando un fortunato compratore ha trovato sul sito di MediaWorld un costoso articolo targato Apple, un iPad Air M3, al prezzo di un paio di pizze. Ingolosito dal colpo di fortuna, il cliente non ci aveva pensato due volte, ma pochi giorni dopo a tutti gli acquirenti che avevano sfruttato l’offerta è arrivata per e-mail una lettera del rivenditore, che chiedeva la restituzione dell’articolo. L’iPad – si diceva – era stato messo in vendita a una cifra così bassa a causa di un «errore manifesto, economicamente insostenibile e non rappresentativo della nostra offerta commerciale». Per non scontentare, si fa per dire, i clienti che hanno beneficiato dell’errore, MediaWorld propone due alternative: la restituzione dell’articolo in cambio del rimborso e di un buono regalo oppure il versamento di altri 619 euro, così da arrivare a una spesa finale comunque scontata del 15% rispetto al prezzo originale.
La regola generale
Dal punto di vista del diritto, spiega Umberto Maria Del Noce, avvocato torinese raggiunto da Repubblica, la prima tutela viene incontro all’azienda: «La regola generale dice che, quando il prezzo è così clamorosamente basso, prende forma un errore manifesto» (stessa formula usata nella lettera), del quale «un consumatore medio, con un minimo di diligenza, dovrebbe accorgersi». Questo presuppone i criteri per un annullamento del contratto, cioè della transizione, perché «il venditore può sostenere che il contratto sia stato concluso sulla base di un errore riconoscibile».
I vantaggi di un cliente fidelizzato
Ci sono però anche degli elementi a favore del cliente. «Bisognerebbe accertare – prosegue l’avvocato – se l’offerta dell’iPad a 15 euro fosse riservata ai titolari di carta fedeltà e se l’acquisto sia avvenuto in un periodo di Black Friday, quando le promozioni molto aggressive sono plausibili». A queste condizioni si potrebbe forse parlare di un cliente fidelizzato, «che non ha percepito il prezzo di 15 euro come un errore eclatante, macroscopico». Inoltre, «il fatto che nessuno, nel processo di evasione dell’ordine, si sia accorto del prezzo e che il prodotto sia arrivato al cliente» depone a suo favore, «perché la catena avrebbe trattato quell’operazione come un normale acquisto, non come un errore da bloccare».
La gestione con MediaWorld
Cosa dovrebbe fare quindi l’acquirente? «La lettera di MediaWorld, per come è formulata, è interlocutoria: non è una diffida vera e propria dai toni ultimativi, suona piuttosto come un invito a trovare un accordo». Il consiglio di Del Noce è quindi quello, almeno per il momento, di non pagare la differenza chiesta da MediaWorld. Se la situazione dovesse evolvere in una vera diffida occorrerà fare una valutazione più strategica, cercando di capire, per esempio, se c’è margine per trattare e se vale la pena impegnarsi in una battaglia legale.
