Ultime notizie BambiniElezioni RegionaliOrnella VanoniUcrainaVolodymyr Zelensky
POLITICACamera dei deputatiCarcereErgastoloFemminicidiInchiesteOmicidiViolenza sessualeViolenza sulle donne

Ergastolo per femminicidio, via libera alla legge nel giorno contro la violenza sulle donne. Ecco cosa prevede

25 Novembre 2025 - 19:25 Stefania Carboni
Approvato all'unanimità alla Camera il ddl. Ma al Senato slitta il voto sul consenso informato della vittima

Nel giorno della giornata internazionale contro la violenza sulle donne la Camera ha approvato all’unanimità il ddl femminicidio che, in questo modo, diventa legge. Il provvedimento che quest’estate anche al Senato aveva incassato un via libera bipartisan introduce nel codice penale il nuovo articolo 577-bis. Si tratta di una fattispecie specifica di omicidio che prevede l’ergastolo per chiunque provochi la morte di una donna per discriminazione, odio o prevaricazione o mediante atti di controllo, possesso o dominio. Potrebbe però non andare in porto l’accordo tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria Pd Elly Schlein che prevedeva in cambio l’ok unanime all’introduzione del consenso informato nella riforma dell’articolo 609-bis del codice penale sul reato di violenza sessuale, al vaglio in Senato.

Cosa è successo in Commissione Giustizia in Senato

La scintilla è partita a Palazzo Madama, quando, come un fulmine a ciel sereno, gli esponenti della maggioranza in commissione Giustizia, riunita per modificare l’articolo 609-bis del codice penale che riguarda i reati di violenza sessuale (la cui novità prevede l’introduzione del consenso informato della vittima), ha chiesto delle audizioni. Bloccando così, di fatto, i lavori. La Camera aveva già approvato la modifica, quella di oggi a Palazzo Madama doveva esser un’approvazione indolore ma così non è stato. Restano dei dubbi su questioni tecnico-giuridiche, secondo gli esponenti dei partiti di governo, che vanno approfondite. E poco conta se lo stesso testo è passato a Montecitorio sotto la spinta delle relatrici, Michela De Biase del Pd e Carolina Varchi di FdI.

Rivolta alla Camera: le opposizioni chiedono lo stop ai lavori

Così la notizia è corsa da un palazzo all’altro. E alla Camera le opposizioni sono andate su tutte le furie chiedendo lo stop ai lavori: Avs in testa e a cui si sono associati Iv, Pd e M5s. Una richiesta però respinta in aula. «Oggi è stato tradito un patto di lealtà al Senato, ed è stato fatto nella giornata contro la violenza sulle donne», ha attaccato Andrea Quartini del M5s, definendo questo atteggiamento «inaccettabile e riprovevole». «Quali sono le ragioni per cui maggioranza sta venendo meno ad un accordo preso dal governo e dalla presidente del consiglio. È una violenza non contro le opposizioni ma contro le donne», ha affermato la capogruppo del Pd Chiara Braga. Dopo la bocciatura della richiesta di sospensiva i parlamentari di opposizione hanno iniziato ad intervenire sugli ordini del giorno, chiedendo chiarimenti al governo ed in particolare alla ministra Eugenia Roccella.

Consenso informato. La spiegazione di Bongiorno in Commissione: «Non c’è unanimità nella rinuncia agli emendamenti»

«Personalmente, ma parlo a nome dell’intera commissione, si vuole andare avanti sul ddl. Per smentire chiunque voglia fare passare il messaggio che si vuole affossare il ddl, sappia che io presiedo la commissione e non affosserò. Il ddl è arrivato oggi in commissione, e ho chiesto se ci fosse unanimità nella rinuncia agli emendamenti, l’unanimità non c’è stata. La maggioranza ha chiesto che si possano fare delle correzioni alla luce di alcune audizioni. Ne farò un ciclo di mirate e brevi e poi si proseguirà. Non si può parlare di ritardi essendo arrivato in commissione oggi. Senza unanimità non si può chiudere in mezz’ora». Questo ha spiegato la presidente della commissione Giustizia del Senato, Giulia Bongiorno a margine dei lavori che hanno fatto “terremotare” il patto. Un’approvazione, quella della modifica al 609-bis che non sarà possibile. Non adesso. Nonostante in mattinata anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, era stato decisamente ottimista.

leggi anche