Famiglia nel bosco, il sindaco di Palmoli gli offre una casa gratis: «Ci avevamo provato già dopo l’intossicazione dei funghi»

Il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, ha offerto un’abitazione gratuita alla famiglia anglo-australiana che fino a pochi giorni fa viveva in un bosco. La proposta arriva dopo il trasferimento dei minori in una comunità protetta insieme alla madre e il contestuale allontanamento dal padre, in attesa che entrambi i genitori garantiscano ai bambini condizioni adeguate di salute e di vita sociale. Nell’ordinanza di allontanamento, infatti, pesa la descrizione dell’abitazione dove la famiglia viveva. Ovvero una casa acquistata dal padre, Nathan Trevaillon, il 29 aprile 2021, ritenuta dal tribunale inadatta perché priva di bagno interno con acqua corrente e senza la possibilità di utilizzare elettricità e sistemi di riscaldamento. Un contesto giudicato estremamente precario per i minori.
La proposta del sindaco già un anno fa
L’offerta del sindaco, tuttavia, non è una novità. Masciulli aveva già messo a disposizione la stessa casa comunale anni fa, lontano dai riflettori, soprattutto dopo il noto episodio di intossicazione da funghi che nel 2024 aveva coinvolto l’intera famiglia. In quell’occasione i genitori avevano accettato temporaneamente l’alloggio e vi avevano soggiornato per circa dieci giorni, salvo poi fare ritorno alla loro abitazione nel bosco. «Ci siamo attivati sin dal giorno dell’incidente per l’intossicazione da funghi che aveva coinvolto tutta la famiglia», ha ricordato il sindaco. «Da allora abbiamo sempre cercato di evitare l’allontanamento dei bambini e il loro inserimento in una struttura protetta».
La casa a spese del comune
Masciulli ha spiegato che il Comune aveva offerto un’abitazione nel centro di Palmoli a proprie spese: «Una casa con tre camere da letto, cucina, soggiorno, due bagni, ripostigli e tutte le utenze funzionanti. Al rientro dall’ospedale la famiglia aveva accettato e vi era rimasta per dieci giorni, poi ha deciso di tornare nella propria proprietà». E ha concluso «Abbiamo insistito con l’alloggio in paese perché volevamo garantire alla famiglia un luogo sicuro per tutto il tempo necessario alla ristrutturazione dell’edificio in campagna», ha concluso il primo cittadino.
