Ok ai test, bagno fuori casa: il ricorso per i bambini nel bosco e l’alternativa della fuga in Australia

«C’è tanta tristezza nel cuore, ringrazio tutta l’Italia per quello che ha fatto, ma da oggi non voglio più parlare. Non rilascio dichiarazioni». Nathan Trevallion si chiude in silenzio stampa mentre a Palmoli arriva l’inverno e la temperatura è prossima allo zero. L’avvocato Giovanni Angelucci depositerà oggi il ricorso contro la decisione del tribunale dei minori di sospendere la potestà genitoriale a lui e a Catherine Birmingham per i bambini nel bosco, ovvero i figli Rose Utopia, Galorian e Bluebell, che hanno tra i sei e gli otto anni.
Il ricorso
Il ricorso in Corte d’Appello dovrà essere presentato entro sabato. I punti riguardano in primo luogo l’agibilità del casolare acquistato dalla «ragazza dei cani husky». La famiglia, come riferito dall’avvocato, avrebbe affidato una perizia tecnica a un privato (a spese proprie) che ha accertato la sicurezza dello stabile. L’istruzione e la scolarizzazione sono garantite da un’insegnante privata e lezioni online. Poi, i soldi. La mamma, proveniente da una famiglia australiana benestante, faceva l’insegnante prima del trasferimento in Abruzzo. Lui lo chef. Entrambi parlano correttamente due lingue. Infine, il bagno. Il comune e la famiglia si sono accordati per realizzare un Wc in miniatura davanti allo stabile.
I bambini nel bosco
Quello esterno prefabbricato è un wc a secco, che risponde ai principi dei neorurali condivisi dalla coppia: trasformare i rifiuti organici in compost per uso agricolo. I bambini fanno il bagno tutti i giorni con l’acqua calda ricavata dai pannelli solari. L’avvocato, spiega oggi La Stampa, crede nella possibilità che tutto possa risolversi prima di Natale, con il ritorno a casa dei bambini e il ricongiungimento della famiglia. Che ha però preso contatti con l’ambasciata australiana, paese d’origine di Catherine e dei tre figli. Nel caso, per andarsene dall’Italia.
Ti potrebbe interessare
- «I bambini nel bosco possono tornare in famiglia. Ma i genitori devono collaborare»
- Famiglia nel bosco: casa acquistata nel 2021 dalla “ragazza dei cani Husky”. I funghi velenosi dietro l’indagine: salvati tutti da un amico che chiamò il 118
- La mamma dei bimbi nel bosco, i video da «guaritrice» e il padre che voleva 150 mila euro per le analisi del sangue
L’ordinanza dei giudici
Nell’ordinanza dei giudici si scriveva: «La situazione descritta nella relazione del servizio sociale e in quelle dei carabinieri manifestava indizi di preoccupante negligenza genitoriale con particolare riguardo all’istruzione dei figli e alla vita di relazione degli stessi, conseguenti alla mancata frequentazione di istituti scolastici e all’isolamento in cui vivevano». Angelucci, spiega il Corriere della Sera, è pronto a confutare tutto: «La famiglia si rende disponibile a ulteriori accertamenti sui bambini. Servono test? Li faremo. Vogliono che un pediatra li visiti? Lo accoglieremo. Non vi sono anomalie nello sviluppo relazionale di questi bambini che sono perfettamente in linea con i loro coetanei».
Il sindaco e la casa
Insomma, Trevallion non chiederà più 150 mila euro per i test del sangue sui figli. Lo studio Di Muzio confermerà i requisiti di abitabilità dell’alloggio: «Dichiaro che il fabbricato sopra descritto non presenta allo stato attuale pericolo per la pubblica incolumità». Ma c’è il precedente di un’altra famiglia. Che aveva avuto lo stesso problema con i figli. E poi sono tornati in Inghilterra. Intanto il sindaco di Palmoli Giuseppe Masciulli annuncia: «Io la soluzione di questa vicenda ce l’ho. Ho trovato una casa per Nathan, Catherine e i loro tre figli. Una casetta in campagna, con tanto verde intorno. È di proprietà del comune di Palmoli, l’abbiamo appena ristrutturata. Si trova in contrada Fonte La Casa, a pochi chilometri da dove i Trevallion risiedono ora, sempre nello stesso territorio».
La casa-famiglia
La casa è di «settanta metri quadri, due camere da letto, soggiorno, cucina e bagno. C’è anche uno studio per i bimbi, per le loro letture e i loro giochi». Il comune si accollerebbe anche le spese delle bollette. «Vogliamo fare ogni sforzo affinché la famiglia possa ricongiungersi. Pagheremo tutto noi almeno fino a quando non provvederanno a ristrutturare il loro casolare, quell’ampliamento che prevede la costruzione di un bagno collegato all’abitazione principale».
Ma il sindaco dice che non sa se accetterebbero: «Quando furono ricoverati insieme ai loro figli in ospedale, per una grave intossicazione da funghi, e dopo la segnalazione dei servizi sociali che li aveva “attenzionati”, il nostro Comune mise loro a disposizione un bell’appartamento in centro paese. Rimasero lì pochi giorni ma poi andarono via. Nathan mi disse che i suoi figli non potevano viverci, non erano abituati ai rumori del bar sotto, eppoi sentivano la mancanza degli animali, dei loro cavalli e dell’asinello Gallipoli. Così se ne tornarono al casolare».
L’appello
«Mi rivolgo soprattutto a mamma Catherine. Voglio dire che la soluzione più semplice potrebbe essere quella che adottano altre famiglie come la loro: possono tranquillamente passare le loro giornate tra i terreni del casolare e poi la notte dormire nella casa che mettiamo a disposizione. È un compromesso onesto», dice il sindaco. La proposta è già partita verso i destinatari, al momento però nessuna risposta, né positiva né negativa. «Nathan è ormai in silenzio stampa, non ha risposto neppure al mio messaggio. Io lo sentivo ogni giorno finora, ma poverino, lo capisco. Ho mandato tutti i dettagli anche all’avvocato Angelucci. Spero li convinca lui a fare qualche passo indietro, così la situazione potrà evolvere come speriamo tutti».
