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Michele Emiliano vuole tornare magistrato, ma raddoppiandosi lo stipendio: la richiesta 22 anni dopo la sua ultima udienza

27 Novembre 2025 - 08:34 Alba Romano
michele emiliano magistrato stipendio
michele emiliano magistrato stipendio
Nel 2003 l’addio alla toga per diventare sindaco di Bari. Ora, il 66enne ha chiesto il reintegro sostenendo di aver diritto agli stessi scatti in busta paga ottenuti da quelli che allora erano i suoi pari ruolo

Per vent’anni è stato lontano dal suo habitat, inseguendo con successo una carriera politica che lo ha portato a guidare prima la sua città poi la sua Regione. Ora Michele Emiliano, ex sindaco di Bari e ormai quasi ex governatoredella Puglia, in quell’habitat ci vuole tornare bruciando le tappe e assestandosi al livello più alto, con annesso aumento ingente di stipendio. Il 66enne, racconta Repubblica, ha presentato al Consiglio giudiziario di Bari una pratica per poter essere reintegrato a pieno titolo nella magistratura. Un rientro che, secondo quanto richiesto da Emiliano, dovrebbe avvenire alla settima professionalità, la maggiore.

Le sette professionalità e lo scatto in busta paga

Indipendenza, imparzialità, capacità, impegno, diligenza: sono questi alcuni dei criteri di valutazione con cui il Consiglio superiore della magistratura promuove i togati e i pm, con conseguente scatto in busta paga. Nel 2003, quando Emiliano aveva messo in pausa il suo mestiere di sostituto procuratore per diventare primo cittadino di Bari,  si trovava alla quarta professionalità su sette. Rifare tutta la trafila sarebbe praticamente impossibile per chi, dopo vent’anni in politica, sui documenti ha un’età più vicina ai 70 che ai 60 anni. Per questo il tentativo è quello di saltare i gradini e approdare direttamente al massimo livello, che gli garantirebbe di raddoppiare lo stipendio precedente da 3.500 euro a 7mila netti ogni mese.

L’addio forzato alla politica e l’obiettivo 2027

Difficile dire se si tratti di un rientro per volontà o per necessità (o per entrambe). Di certo Emiliano ha tentato di rimanere aggrappato al carrozzone della politica proponendosi come assessore in sostegno al presidente di Regione neoeletto Antonio Decaro. È stato proprio l’europarlamentare a spingerlo giù dal treno, rifiutandosi di correre per la carica di governatore finché sarebbe stato «ostaggio di Emiliano e Vendola». Tolta la politica, Emiliano si è rivolto alla seconda cosa che sa fare meglio. Accettando anche di incassare “solo” 7mila euro al mese, a fronte degli 11mila che finora la sedia di presidente della Puglia gli hanno garantito. E chissà se, tra due anni, non tenti di nuovo la strada dei palazzi alle elezioni politiche del 2027.

La richiesta di Emiliano e l’iter di valutazione

Ora la palla è in mano al Csm. Il Consiglio giudiziario di Bari dovrà esprimere un parere sulla richiesta di Emiliano, poi la invierà alla Quarta commissione del Csm e successivamente al Plenum del Consiglio superiore. Il presidente uscente della Puglia, consapevole di dover giustificare la richiesta di scatto dopo vent’anni passati senza praticare la professione, alla richiesta ha allegato tutta la documentazione possibile e immaginabile della sua carriera politica. A partire dagli atti amministrativi fino a quelli legislativi. Ma, ovviamente, di giudiziario nemmeno l’ombra. Chissà se sarà abbastanza. 

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