Malumori nel Movimento 5 stelle per il risultato ad Avellino, la città del vicepresidente Gubitosa: «Ci aspettavamo di più». E traballa la sua riconferma

Se per il Movimento 5 Stelle c’è motivo di festeggiare per il risultato ottenuto in Campania, dove è stato eletto il loro candidato, Roberto Fico, c’è però un dettaglio che stona. Qualcosa che, dicono, stia creando un «certo fastidio» anche ai vertici del partito, e che si intreccia direttamente con i nomi dei vicepresidenti, le cinque figure che affiancano il presidente nella guida del Movimento. Tutto passa per Avellino, la città natale di Michele Gubitosa, deputato e vicepresidente del M5S. Ed è proprio qui che, nella tornata elettorale delle regionali, il Movimento ha raccolto risultati giudicati «insoddisfacenti». «C’è scontento», ammettono dal partito.
«I campani si aspettavano un risultato diverso»
«Ad Avellino e provincia siamo arrivati terzi», commentano, e considerando che si tratta della città natale del vicepresidente, «i campani si aspettavano un risultato diverso». Prendendo i dati alla mano, il partito di Giuseppe Conte si piazza terzo: al primo posto il Partito democratico, seguito da Casa riformista. I pentastellati raccolgono 13.388 voti, pari all’8,24% delle preferenze, con un netto distacco dal Pd, che ne ottiene oltre 31mila (19,22%), e da Casa riformista, che raccoglie circa 23mila voti (12,17%). Rispetto alle regionali del 2020, quando i pentastellati correvano in autonomia e avevano ottenuto il 6,51%, si registra un piccolo miglioramento, ma evidentemente «non sufficiente» per chi è nel partito.
La ricaduta sulle nomine
Ed ecco che per qualche pentastellato tutto questo potrebbe avere ricadute sulle nomine delle nuove vicepresidenze, una partita in cui Gubitosa sembrava avviato verso la riconferma. Ma facciamo un passo indietro: Giuseppe Conte è stato riconfermato alla guida del Movimento esattamente un mese fa, il 26 ottobre, con l’89,3% dei voti favorevoli. Un risultato praticamente scontato, visto che era l’unico candidato: tutti gli altri, inizialmente in corsa, sono stati esclusi dalla competizione in base alle regole interne del M5S per questo tipo di votazioni. Ma il focus si è spostato subito sui papabili per le neo vicepresidenze, anche perchè in prossimità della riconferma, Chiara Appendino si è dimessa dal suo ruolo di vice dopo aver messo in discussione la linea di Conte.
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Verso la riconferma?
Al momento, Michele Gubitosa è, insieme a Paola Taverna, Riccardo Ricciardi e Marco Turco, uno dei vicepresidenti del partito. Il suo nome era tra quelli in lizza per la riconferma, ma alcune voci interne al Movimento ipotizzano che il suo scarso «impegno in campagna elettorale» possa rimettere in discussione la nomina, spingendo il presidente a rivedere la sua posizione.
«Ha fatto quel che poteva»
Nel Movimento c’è anche chi ne prende le difese, puntualizzando che si tratta «pur sempre del vicepresidente, ed è naturale che fosse concentrato su altro. Ha già un incarico di peso e, in più, è deputato. È difficile, per chi ricopre due ruoli del genere, seguire la campagna elettorale al 100%. Ha fatto quello che poteva».
Il suo ruolo nel Movimento
Nel tempo Gubitosa si è ritagliato un ruolo preciso all’interno del Movimento: è la figura «impegnata a tessere relazioni con le altre forze politiche», spiegano. Ed è stato anche uno dei convinti sostenitori della fase di trasformazione che ha segnato la “rinascita” del partito, quando nell’inverno del 2024 l’Assemblea costituente ha sancito la definitiva chiusura dell’era grillina abolendo la figura del garante. «È stato uno dei protagonisti di quella svolta», sottolineano. E se dai vertici non arriva alcuna conferma, a sintetizzare lo stato d’animo interno è un pentastellato che commenta così: «Una cosa è certa: dobbiamo cambiare strategia».
