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Mps, la procura di Milano frena: niente inchiesta su Giorgetti. La Lega dimentica gli scontri e si schiera per difenderlo

01 Dicembre 2025 - 18:39 Sofia Spagnoli
Per i pm, pur considerando «significativo» il ruolo del ministero nel presunto accordo sulla scalata a Mediobanca, «il governo non scala le banche». Il Carroccio si compatta a difesa del ministro non sempre allineato

Il ministero dell’Economia non sarà indagato sulla scalata a Mediobanca da parte di Monte dei paschi di Siena (Mps) perché «non è una persona fisica e non può commettere reati». La precisazione, diffusa oggi negli ambienti giudiziari milanesi, riporta un po’ di tranquillità nel centrodestra, scosso nelle ultime 24 ore dalla notizia che Giancarlo Giorgetti – considerato da tutti i leghisti «la miglior espressione della Lega in economia» – è citato in un messaggio dell’ad di Monte dei Paschi di Siena, Luigi Lovaglio, indagato nell’inchiesta insieme all’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone e il presidente di Luxottica e di Delfin Francesco Milleri. Dal contenuto del messaggio, si era ipotizzato che il ministro potesse aver avuto un ruolo nel facilitare la scalata di Mps su Mediobanca.

Le ragioni secondo i pm

I pm chiariscono che Giorgetti non può essere indagato: pur ritenendo «significativo» il ruolo del ministero nel presunto accordo occulto – come emerge anche dalle 35 pagine del decreto di perquisizione – «il governo non scala le banche» e «non ne ha interesse», puntualizzano. Inoltre, non gli viene contestato alcun reato perché non si è trattato di una «gara pubblica».

La riforma del testo Unico

Apparentemente accantonato questo primo punto, resta da affrontarne un altro, tutt’altro che secondario: la riforma del Testo unico della finanza (TUF), approvata dal Consiglio dei ministri l’8 ottobre 2025 su proposta proprio del ministro Giorgetti. Il provvedimento nasce con l’obiettivo dichiarato di modernizzare il sistema finanziario italiano, favorire la crescita e facilitare l’accesso delle imprese al capitale. Ma dentro il testo spunta una norma che sta facendo alzare più di un sopracciglio: quella che alleggerisce le regole sul concerto tra azionisti. Un cambiamento che, denunciano i dem, rischia di rendere molto più difficile individuare eventuali accordi occulti tra soci.

Nessuna accelerazione sul Tuf

Quanto al loro status, le nuove norme entreranno in vigore solo dopo l’approvazione definitiva del decreto legislativo che le contiene. Per ora, però, non sembra che l’Esecutivo abbia intenzione di accelerare: il provvedimento, infatti, non è ancora stato inserito in calendario.

La Lega blinda Giorgetti

Di una cosa, però, si può essere certi: attorno a Giorgetti si è creato un muro compatto. «L’hanno blindato», si mormora nei palazzi della politica in questi giorni. E lo hanno fatto tutti nel Carroccio nessuno escluso, persino i fedelissimi di Matteo Salvini. Non che tra Mef e Carroccio sia sempre filato tutto liscio: Salvini ha avuto qualche frizione con il ministro, che non ha sempre seguito le indicazioni arrivate dal vertice leghista. Anzi, in più di un passaggio Giorgetti è sembrato muoversi in sintonia con Giorgia Meloni più che con il suo stesso leader.

«Massima fiducia e pieno sostegno all’operato del minsitro» commenta ad Open Edoardo Rixi, viceministro per le Infrastrutture e i Trasporti, per il quale il ruolo avuto dal governo nell’ambito della scalata di Mps a Mediobanca è «un’applicazione del golden power necessaria a tutelare gli interessi strategici nazionali. L’obiettivo è stabilizzare la politica bancaria, considerata uno strumento fondamentale della politica economica del Paese».

«Manovra fondamentale per l’Italia»

Anche il senatore Claudio Borghi elogia l’operazione Mps su Mediobanca, puntualizzando che «il Governo dovrebbe rivendicare al 100% l’ideazione di una manovra di sistema per mantenere in mani italiane settori fondamentali della nostra economia e certe procure». E aggiunge: «Io non ne sapevo niente, nelle prime fasi mi ero pure incazzato perché, come è noto, puntavo al mantenimento del possesso Statale di MPS ma una volta terminata l’operazione non ho potuto che levarmi il cappello di fronte a una cosa fatta bene e chiaramente nell’interesse dell’Italia».

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