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La Nato valuta «attacchi preventivi» contro la Russia, parla l’ammiraglio Cavo Dragone: il cambio di strategia nella guerra ibrida con Putin

01 Dicembre 2025 - 11:05 Bruno Gaetani
nato russia attacco preventivo cavo dragone
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L'ammiraglio Cavo Dragone, presidente del comitato militare dell'Alleanza Atlantica: «Stiamo studiando tutto. Essere più aggressivi potrebbe essere un'opzione»

La Nato sta valutando di essere «più aggressiva» nei confronti della Russia, in risposta agli attacchi informatici, ai sabotaggi e alle violazioni dello spazio aereo da parte di Mosca. A rivelarlo è l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comitato militare dell’Alleanza Atlantica, in un’intervista al Financial Times. «Stiamo studiando tutto – ha dichiarato al quotidiano britannico – sul fronte informatico, siamo in un certo senso reattivi. Essere più aggressivi o proattivi invece che reattivi è qualcosa a cui stiamo pensando». Un attacco preventivo nel contesto della guerra ibrida, ha spiegato ancora Cavo Dragone, «potrebbe essere considerato un’azione difensiva», ma «è più lontano dal nostro normale modo di pensare».

L’ipotesi di attacchi preventivi

Dallo scoppio della guerra in Ucraina, l’Europa ha visto un aumento di attacchi informatici e sabotaggi, spesso riconducibili alla Russia. Negli ultimi mesi, poi, si sono aggiunte ripetute violazioni dello spazio aereo. Di fronte a questo scenario, finora la Nato si è mostrata vigile ma cauta. E in vista del futuro, sta pensando di cambiare strategia: «Essere più aggressivi rispetto alla nostra controparte potrebbe essere un’opzione. [Le questioni sono] il quadro giuridico, il quadro giurisdizionale, chi lo farà?». Cavo Dragone ha poi spiegato che la Nato e i suoi Paesi membri avevano «molti più limiti della nostra controparte per motivi etici, legali, giurisdizionali. È un problema. Non voglio dire che sia una posizione perdente, ma è una posizione più difficile di quella della nostra controparte».

La missione per proteggere il Mar Baltico

Alcuni diplomatici – in particolare quelli dei Paesi dell’Europa orientale, i più esposti alla minaccia russa – hanno esortato la Nato a contrattaccare. Una risposta di questo tipo sarebbe più facile nel caso degli attacchi informatici, dove molti paesi dispongono di capacità offensive, ma sarebbe meno facile nel caso di sabotaggi o intrusioni con droni. Secondo Cavo Dragone, in ogni caso, la Nato è riuscita a scoraggiare l’aggressione russa con la sua missione Baltic Sentry, lanciata a inizio 2025 per proteggere le infrastrutture critiche nel Mar Baltico, come cavi sottomarini e gasdotti. «Dall’inizio di Baltic Sentry, non è successo nulla. Quindi – ha osservato l’ammiraglio – significa che questa deterrenza sta funzionando».

Foto copertina: EPA/Toms Kalnins | L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del comitato militare della Nato

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