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Camere scavate nella roccia della costa, discariche abusive e pure un ristorante stellato: il blitz al resort di Ischia sequestrato

04 Dicembre 2025 - 19:43 Ugo Milano
resort sequestrato ischia
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Gli abusi edilizi sarebbero iniziati nel 1958 e sono andati avanti fino a oggi. Sull’area del resort è stata rinvenuta una discarica con 200mila metri cubi di rifiuti speciali

Gli ambienti del resort erano scavati dentro il tufo della costa di Ischia dove trovavano casa i letti per gli ospiti, a strapiombo sul mare napoletano, e le cucine di un ristorante che negli scorsi anni era stato premiato con una stella Michelin. Una maxi struttura alberghiera da 27mila metri quadrati è stata sequestrata dalla Guardia di finanza dopo una lunga indagine in cui otto persone, tra cui i titolari del resort e alcuni tecnici del Comune di Serrana Fontana, risultano indagati – tra le altre cose – per lottizzazione abusiva, realizzazione di discarica abusiva e distruzione di beni culturali e paesaggistici, tutelati come prevedibile da vincoli stringenti. 

I cunicoli nella roccia, la discarica e i 200mila metri cubi di rifiuti

Un primo provvedimento era già stato adottato un anno fa, quando una parte della struttura era già stata posta sotto sequestro dalla sezione Edilizia e Ambiente della procura di Napoli. Il tutto era partito da una serie di rilievi aerei che i finanzieri avevano effettuato grazie al sorvolo di elicotteri. Ulteriori approfondimenti avevano fatto emergere che alcuni tecnici comunali avevano illecitamente rilasciato autorizzazioni affinché il resort potesse essere costruito in quel luogo, scavando nella roccia della costa ischitana. La lottizzazione abusiva, secondo la procura, avrebbe la sua origine al 1958. La necessità di ampliare il resort avrebbe poi portato alla creazione di volumetrie artificiali, cunicoli, terrazzamenti e cavità scavate senza autorizzazioni nel tufo. Interventi che avrebbero «alterato definitivamente l’orografia naturale e la stabilità geologica del costone». Durante alcuni sopralluoghi, gli uomini della Guardia di finanza hanno rinvenuto una discarica abusiva contenente 200mila metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi, che sarebbero i resti dei lavori di scavo usati per creare scarpate e terrazzamenti lungo la falesia. 

I reati ipotizzati

Le accuse formulate a vario titolo a carico degli otto indagati sono: lottizzazione abusiva di manufatti realizzati sul demanio marittimo in area sottoposta a stringenti vincoli paesaggistici ed idrogeologici, realizzazione di discarica abusiva in zona di protezione integrale, distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici su un’area di elevato pregio ambientale, tutelata da stringenti vincoli paesaggistici e idrogeologici.

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