Le rinnovabili e la spesa energetica. «Serve meno burocrazia e una visione a lungo termine»

«Il fotovoltaico negli ultimi 15 anni ha avuto un’evoluzione che ha rivoluzionato la tecnologia. C’è stato il picco del conto energia e dopo l’euforia si è iniziato con dei passi indietro normativi. Nel 2012 fino a pochi anni è andato a meno un gigawatt l’anno per potenza installata. Un po’ di spazio si è avuto con le batterie, di taglia piccola, residenziali, grazie al superbonus. Ora si viaggia sui 42GW installati, ma occorre raddoppiare entro il 2030». Queste le parole di Laura Onnis (vicepresidente di Italia Solare, in un confronto con Simone Togni (presidente di ANEV) e Claudia Meloni (Responsabile di progetto di ENEA), sul tema “Come ridurre la spesa energetica attraverso lo sviluppo delle rinnovabili” a La Scossa, evento realizzato da Open. Gli ostacoli? «La normativa ma non solo», spiega Onnis. «In questo momento c’è un testo unico, tanta confusione, incertezza e poca prevedibilità. C’è bisogno di una visione a lungo periodo», sottolinea. Gli iter autorizzativi sono presenti ma «siamo in attesa del decreto sulla saturazione virtuale della rete». Togni sottolinea la lentezza di un meccanismo per un impianto di rinnovabile, che arriva tardi all’ok: «I ritardi che ci sono meccanismi di autorizzazione agli impianti di rinnovabili sono figli di processi che durano 5 anni quando la normativa ne prevederebbe molti meno. A partire dalla valutazione ambientale, dagli uffici energia delle regioni…».
A che punto sono le comunità energetiche
Claudia Meloni (Responsabile di progetto di ENEA) parla delle comunità energetiche di cui si occupa, spesso traino per l’energia da fotovoltaico ed eolico. Eppure anche se è un modello che piace, si procede a rilento. «Con questo tipo di strumento – spiega – si rende il cittadino protagonista del mercato energetico. Oggi a che punto siamo? Lo strumento sta stentando a partire per una serie di ostacoli burocratici e finanziari. Spesso le comunità non hanno capacità di autofinanziarsi. Ci sono ritardi nelle autorizzazioni e poca chiarezza sulla fiscalità, cioè quanto devo pagare una volta che ricevo gli incentivi dallo Stato».
Le rinnovabili e l’ostilità sui nuovi impianti
«A fronte di una discesa dei prezzi dei SOI se l’obiettivo è quello di abbattere il costo dell’energia e dare competitività il problema è che spesso sono state usate finestre troppo corte», ha sottolineato Onnis. Un pregio è il settore degli utilities keys «ma gli incentivi vanno dati su settori specifici», aggiunge la vicepresidente di Italia Solare. Se gli strumenti fossero usati con una visione di lungo periodo andrebbero serenamente, restituendo qualcosa al territorio. «Così come vale per il nucleare, anche queste tecnologie hanno avuto ostilità», spiega Onnis, ricordando manifesti e manifestazioni contro l’eolico. «Lo scatto finale sulla mobilità elettrica, lo farà l’aspetto economico», aggiunge Togni. «Dobbiamo capire che oggi il prezzo delle rinnovabili dimostra un costo di produzione concorrente con le fossili», precisa. «Mi piacerebbe per una volta che così come si usa sulla sicurezza del nucleare (dove c’è una convalidazione omogenea con un paese partner, che sarebbe prevista nel futuro ddl Pichetton Fratin ndr) lo stesso metodo comparativo sulla sicurezza venga usato anche per le rinnovabili». conclude Togni. «Serve in Italia una transizione energetica ma anche culturale» spiega Meloni. «Serve – aggiunge – che noi cittadini ci attiviamo e siamo promotori di iniziative virtuose».
