Il week end di caos all’ospedale San Raffaele di Milano: «Farmaci sbagliati e infermieri improvvisati»

Il mito del San Raffaele, ospedale privato convenzionato d’eccellenza a Milano, comincia a scricchiolare. E non per le dimissioni di Francesco Galli. Ma per quanto è accaduto nell’ultimo week end: «La situazione è estremamente pericolosa per i pazienti, ma anche per i medici», scrive. E ancora: «Abbiamo tamponato un po’ la situazione bloccando i nuovi ricoveri da Pronto soccorso, bisogna però preoccuparsi anche di chi è già ricoverato», è la mail di un medico in servizio tra sabato e domenica. E ancora: «Abbiamo tamponato un po’ la situazione bloccando i nuovi ricoveri da Pronto soccorso, bisogna però preoccuparsi anche di chi è già ricoverato». Per poi concludere: «Di sicuro, così non si può andare avanti, è una situazione troppo pericolosa. Errori irrecuperabili sono dietro l’angolo».
Il San Raffaele
Queste riportate da Repubblica e Fatto sono solo alcune delle frasi nelle mail scambiate tra medici, primari e direzione sanitaria. Per lunedì 8 dicembre è stato convocato un consiglio di amministrazione del Gruppo San Donato. Subito dopo sono arrivate le dimissioni dell’amministratore unico. A decidere, il presidente del gruppo Angelino Alfano, i vicepresidenti Paolo Rotelli, Marco Rotelli e Kamel Ghribi, e i consiglieri Nicola Grigoletto e Augusta Iannini. Il problema più grosso è stato il ponte dell’Immacolta. Tre giorni in cui è stato difficile trovare personale non in ferie. Di qui la decisione di ricorrere agli infermieri di una cooperativa esterna.
La coop
E invece già alle 17.22 di sabato 6 dicembre è partita la prima mail: «Un infermiere del primo gruppo (letti 301.1-306) riferisce di non aver mai fatto affiancamento in reparto e di essere al suo primo turno presso l’ospedale San Raffaele. Non sapeva dove fossero i farmaci, non risultava in grado di caricare gli esami ematici su Sap (il sistema interno, ndr), non in grado di gestire Niv (la ventilazione non invasiva, ndr), né terapia insulinica in continuo». Prima viene chiamato un altro infermiere, poi si bloccano i ricoveri dal pronto soccorso. E ancora: «L’infermiera destinata ai letti di AR non sapeva i nomi dei farmaci prescritti, non comprende bene l’italiano». E: «La medesima infermiera commetteva errore di somministrazione di amiodarone 4fl in 250 SG5%, somministrandola a 200ml per ora anziché a 20ml (un’ora anziché 12 ore) per un paziente di Admission room».
L’infermiera
Sempre la stessa infermiera «attorno alle ore 5 si allontanava definitivamente dal reparto, senza più ripresentarsi». Ma non solo: il personale non era in grado di organizzare i carrelli dei farmaci, «quasi tutte le terapie della notte risultavano scadute» e «tutto il personale Oss non sapeva dove si trovasse l’emoteca per ritirare emoderivati urgenti». Un disastro che ha scatenato la rabbia di pazienti: «Mia mamma è in una condizione delicatissima ed è stata completamente abbandonata, poteva anche morire», dice Samanta Olivieri al quotidiano. «Sabato sono arrivata qui e l’ho trovata senza alcun supporto, ossigeno compreso, ed era quasi giù dal letto, lei che non può muoversi da sola. Lunedì il culmine, sono arrivata alle 10.30 della mattina ed era in condizioni pietose, senza cure. Ho dovuto aspettare quasi tre ore prima che le iniettassero l’antibiotico».
L’emergenza
Dal San Raffaele adesso assicurano che l’emergenza è rientrata. Fino a ieri sono stati reclutati professionisti interni da altri reparti — con incentivi da 600 euro per un turno diurno e mille per uno notturno — e da oggi saranno trasferiti in pianta stabile lavoratori finora impiegati altrove. Intanto i sindacati hanno presentato una denuncia alla polizia.
