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Ex Ilva, ecco l’offerta dell’americana Flacks: «5 miliardi per risanare gli impianti». Urso apre all’ingresso dello Stato: «Ipotesi realistica»

11 Dicembre 2025 - 19:46 Bruno Gaetani
ilva taranto acciaio
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La conferma dell'imprenditore Michael Flacks a Bloomberg: l'obiettivo è produrre 4 milioni di tonnellate all'anno e garantire 8.500 posti di lavoro

Gli americani di Flacks Group hanno messo gli occhi sull’ex Ilva. In un’intervista a Bloomberg, il gruppo a stelle e strisce ha depositato un’offerta vincolante offrendo la cifra simbolica di 1 euro per rilevare l’acciaieria. Nelle intenzioni dell’azienda, il governo italiano manterrebbe una quota del 40%, che Flacks acquisterebbe poi in futuro per una cifra compresa tra 500 milioni e un miliardo di euro. Si attende che a breve venga presentata anche l’offerta del secondo pretendente, l’americana Bedrock.

Le offerte sul tavolo per l’ex Ilva

In attesa che questo accada, è lo stesso Michael Flacks in un’intervista a Bloomberg a spiegare le sue intenzioni, dicendo di prevedere investimenti per portare la produzione a 4 milioni di tonnellate l’anno e una capacità di 8.500 posti di lavoro. Flacks ha stimato in circa 5 miliardi di euro il costo complessivo del risanamento e ha dichiarato di aver già ottenuto l’appoggio finanziario di un gruppo di istituti italiani e statunitensi. La partita, in ogni caso, resta aperta. Perché ci sono altri due gruppi che hanno chiesto l’accesso alla due diligence e che potrebbero quindi depositare in offerta, facendo salire a quattro il numero totale dei potenziali acquirenti.

Urso e il ruolo dello Stato

Per quanto riguarda il nodo della partecipazione pubblica, è stato il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, a chiarire la posizione del governo: «Ho sempre detto che una partecipazione pubblica poteva esserci se richiesta dal soggetto privato in corsa per la gara di acquisizione, e quindi ‘ove necessario’ può scendere in campo un investitore pubblico che rafforzi un eventuale piano di investimenti o realizzi con altri una proposta all’interno di una procedura di gara». Il titolare del Mimit ha quindi definito «piuttosto realistica» l’ipotesi dell’ingresso dello Stato nell’ex Ilva.

I timori di licenziamenti

Nell’attesa di conoscere anche nel dettaglio l’offerta di Bedrock, che secondo alcune indiscrezioni di stampa prevedrebbe diversi esuberi, il parlamento è al lavoro sull’ultimo decreto Ilva. «Garantire la continuità produttiva significa attivare il processo di decarbonizzazione con gli investimenti sui forni elettrici che devono essere compiuti entro i prossimi 4 e 5 anni perché entro il 2035 anche a Taranto la produzione di acciaio sia green», ha sottolineato Urso. I sindacati, però, continuano a protestare e chiedere al governo il ritiro del «piano corto» presentato nei giorni scorsi, che i rappresentanti dei lavoratori considerano «un piano di chiusura», e non di rilancio.

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