Due tasse per i pacchi low cost? «5 euro in totale, pagheranno i consumatori»

Due, tre o addirittura cinque euro. La tassa sui pacchi low cost extra Ue entrerà in vigore a luglio dopo l’ok nella legge di bilancio. Ma intanto anche l’Unione Europea ha deciso di mettere un dazio sulle microspedizioni dell’e-commerce. Sempre con la soglia del valore a 150 euro. La misura rimarrà in vigore fino alla riforma delle dogane comunitarie, prevista nel 2028. E varrebbe 3 euro. È stata pensata per tassare i prodotti di Shein, Temu e AliExpress, ma «a pagare saranno ancora una volta i consumatori», avverte il Codacons. Con 4,6 miliardi provenienti dai Paesi extra Ue, il 91% dei pacchi dalla Cina, e il dazio da tre euro, calcola l’associazione, «i consumatori europei andrebbero incontro ad una maggiore spesa di 13,8 miliardi di euro l’anno».
La tassa sui pacchi low cost
La deadline per entrambi i balzelli è il primo luglio. La relazione tecnica all’emendamento spiega che «i tempi necessari per la predisposizione dei sistemi di monitoraggio» necessari ad avviare l’applicazione effettiva dell’obolo sono «ipotizzati pari a sei mesi». Quindi il Mef si aspetta di incassare 122,5 milioni nel 2026 e 245 nel 2027. Ma l’incrocio tra il contributo italiano (che vale anche per i pacchi in uscita dall’Italia) e il dazio europeo potrebbe farne cadere uno. «i tempi necessari per la predisposizione dei sistemi di monitoraggio» necessari ad avviare l’applicazione effettiva dell’obolo sono «ipotizzati pari a sei mesi», ha spiegato l’Ue.
Tasse su tutti i prodotti
Secondo La Stampa, poi, se un pacco contiene più esemplari di uno stesso articolo la tassa verrebbe applicata una sola volta. Per prodotti diversi (per esempio un paio di jeans e una maglietta), sarà necessario pagare tre euro per ogni articolo. Ma questo presuppone che i pacchi vengano aperti o che ne venga dichiarato il contenuto, che sarebbe quindi successivamente soggetto a verifica. Il Corriere della Sera spiega che in teoria la tassa dovrebbe pagarla il venditore, ma è evidente che invece verrebbe caricata sul prezzo finale al consumatore. L’emendamento del governo si richiama al «rispetto della normativa Ue in materia doganale e fiscale» e quindi la tassa italiana, se verrà approvata, dovrà poi essere armonizzata con le nuove regole europee.
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Handling fee
L’emendamento del governo Meloni, invece, se approvato, stabilisce dal primo gennaio 2026 una handling fee, una sorta di tassa di gestione da due euro da applicare ai piccoli pacchi provenienti dai Paesi extra Ue che entrano in Italia. Quindi tecnicamente il prelievo da 3 euro scatterebbe all’entrata in Ue, quello da 2 euro all’entrata in Italia.
