Caldaie, il ministero spiega cosa cambia: «Nessun passo indietro sui controlli»

Nessun passo indietro su sicurezza ed efficienza energetica. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica interviene per chiarire il contenuto dello schema di decreto che ridefinisce il sistema dei controlli e delle ispezioni sugli impianti termici degli edifici. E precisando che il testo circolato in queste settimane sulle caldaie è ancora una bozza e non una versione definitiva. Il provvedimento, sottolinea il Mase, è in fase di elaborazione. Dovrà comunque passare al vaglio della Conferenza Unificata e del Consiglio di Stato prima di essere adottato. L’obiettivo resta quello fissato dal decreto legislativo di recepimento della direttiva europea, spiega il ministero. Ovvero garantire alle caldaie elevati standard di sicurezza, migliorare l’efficienza energetica e allo stesso tempo ottimizzare il rapporto tra costi e benefici per la collettività, semplificando le attività ispettive.
Cosa cambia
Il ministero chiarisce inoltre la distinzione tra il controllo di efficienza energetica, che resta un adempimento periodico obbligatorio a carico dei proprietari e da effettuare tramite un tecnico abilitato, e le ispezioni o gli accertamenti. Che saranno svolti a campione dalle autorità competenti. Sul piano operativo, la bozza di decreto prevede un aumento della frequenza dei controlli per alcune tipologie di impianti. In particolare, per quelli a gas con potenza compresa tra i 70 e i 100 kilowatt, l’intervallo scenderebbe da quattro a due anni.
Le soglie minime per le caldaie
Verrebbe, invece, innalzata la soglia minima per l’obbligo di controllo, che passerebbe dagli attuali 10 e 20 kilowatt. Mentre resterebbe invariata la cadenza quadriennale per gli impianti a gas tra i 20 e i 70 kilowatt. Sono state poi previste ispezioni per verificare il rispetto dei periodi di accensione e delle temperature interne degli edifici aperti al pubblico. Nessuna modifica, invece, per gli impianti alimentati a combustibili solidi, per i quali rimarrebbe la frequenza di controllo attualmente prevista. Secondo il Mase il nuovo assetto renderebbe più stringenti le verifiche sugli impianti più diffusi e con maggiore impatto in termini di consumi energetici ed emissioni.
