Mercosur, per gli agricoltori europei c’è «un accordo preliminare». Ma Francia e Italia prendono tempo, chiedendo garanzie certe

E Mercosur sarà, forse: il Parlamento europeo e i Paesi membri hanno trovato «un accordo preliminare» sulle salvaguardie per gli agricoltori europei. Lo apprende Ansa da fonti vicine al negoziato. Il compromesso prevede due elementi chiave: l’introduzione di una soglia dell’8% alle importazioni, allo scattare della quale l’Ue potrebbe intervenire per attenuarne l’impatto sul mercato interno, proteggendo i settori più esposti; e una dichiarazione sugli standard di produzione applicabili ai prodotti importati, accompagnata da un rafforzamento dei controlli sanitari e fitosanitari.
Cosa potrà fare la Commissione se va in porto Mercosur
Per ora l’ipotesi è che la Commissione europea potrebbe decidere di sospendere temporaneamente le preferenze tariffarie sull’importazione di determinati prodotti agricoli considerati sensibili (come pollame o carne bovina) da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay se questi danneggiano i produttori dell’Ue. Riguardo alla soglia sulle importazioni anche una diminuzione dei prezzi superiore all’8% rispetto alla media triennale sarebbe considerata un grave pregiudizio e darebbe motivo di avviare un’indagine. La Commissione potrà monitorare anche su prodotti non sensibili, se richiesto a livello industriale Ue. Le indagini dovranno concludersi entro almeno 6 mesi nel caso di prodotti non sensibili e il più rapidamente possibile, ma sicuramente entro 3 mesi per quelli sensibili. E in questo ultimo caso si potranno adottare misure provvisorie, senza indugio ed entro 21 giorni dalla notifica. Sarà stilata comunque una relazione semestrale sempre, con una valutazione dell’impatto di tali importazioni, che verrà poi girata al Parlamento e al Consiglio. L’accordo provvisorio dovrà essere formalmente adottato sia dal Consiglio che dal Parlamento prima di poter entrare in vigore.
Ma l’Italia e la Francia si sfilano e prendono tempo
Da Roma e Parigi è arrivato un messaggio inequivocabile: Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron si sono sfilati, prendendo le distanze dalla corsa di Ursula von der Leyen, determinata a chiudere l’intesa. A peggiorare il quadro c’è inoltre l’ultimatum giunto da Brasilia: «Se non si chiude adesso, non firmeremo mentre io sarò presidente», ha avvertito Luiz Inácio Lula da Silva. Ma siglare ora per Meloni «è prematuro». L’Italia non intende mettere veti, ma nemmeno avallare un testo senza adeguate garanzie per gli agricoltori. Il nodo è sul pacchetto di salvaguardie. Se serviranno «altre settimane, le prenderemo», ha chiarito Meloni. Per l’Italia ciò che è vietato nell’Ue non può rientrare dalla porta di servizio attraverso l’import. E su questo Roma chiede impegni nero su bianco, con uno scambio di lettere giuridicamente vincolanti con i partner sudamericani. Osservazioni sollevate anche da Polonia e Irlanda che, tuttavia, nei corridoi di Palazzo Berlaymont vengono liquidate, riporta Ansa, come «in parte irrazionali».
