Due giorni di assenza al mese per le studentesse, le scuole di Potenza approvano il congedo didattico mestruale: «Una misura di civiltà»

Due istituti scolastici di Potenza, il liceo classico Quinto Orazio Flacco e l’istituto Da Vinci-Nitti, hanno adottato il congedo didattico mestruale. L’iniziativa nasce da una proposta avanzata dalla Consulta provinciale degli studenti nel febbraio 2025 ed è stata approvata grazie all’impegno dei rappresentanti degli studenti nei consigli d’istituto, dopo la definizione di un accordo operativo con i comitati studenteschi delle scuole superiori del capoluogo lucano. Nei mesi precedenti, la misura era già stata sperimentata in autonomia dal liceo musicale Walter Gropius, con l’obiettivo di tutelare il benessere delle proprie studentesse.
«Si tratta di una misura di civiltà, attesa da tempo anche nel mondo del lavoro, che in Basilicata trova le sue prime applicazioni grazie alla rappresentanza studentesca», ha dichiarato il presidente della Consulta, Italo Marsico, annunciando l’intenzione di estenderla anche agli altri istituti della provincia di Potenza. «È il segnale di una comunità scolastica pronta al cambiamento e – conclude – di una rappresentanza capace di farsi motore di progresso e di trasformazione sociale attraverso la propria azione istituzionale sul territorio».
Cosa prevede
Il congedo mestruale consente alle studentesse di assentarsi da scuola fino a un massimo di due giorni al mese in presenza di dismenorrea o di altre problematiche legate al ciclo mestruale, senza che le assenze incidano sulla validità dell’anno scolastico. Per poter usufruire di questa possibilità è richiesta la presentazione di una certificazione medica, da consegnare entro il 30 settembre di ogni anno.
Il contesto internazionale e la legge italiana (che non c’è)
Si tratta di un tema già affrontato a livello internazionale: il congedo mestruale è infatti previsto da tempo in Paesi come il Giappone, dove esiste dal 1947, e la Spagna, che lo riconosce anche in ambito lavorativo. In Italia, invece, manca ancora una normativa nazionale, nonostante nel 2024 sia stato presentato un disegno di legge dall’Alleanza Verdi-Sinistra, a prima firma della deputata Elisabetta Piccolotti, per introdurre questa tutela per lavoratrici e studentesse con dismenorrea severa. In assenza di una legge, alcune scuole stanno avviando sperimentazioni autonome.
Foto copertina: Dreamstime / Kaspars Grinvalds
