Numeri a pennarello sulle braccia dei bambini: immagini dalla frontiera Messicana

Cosa c’è dietro il video di MSNBC che ha fatto il giro del mondo 

Un video e qualche foto, dei bambini in fila che sollevano la manica per mostrare alla telecamera un numero a quattro cifre, scritto a pennarello sul braccio. "Quello che si vede in questo centro sono madri e padri con dei numeri scritti sulle braccia, il governo americano ha chiesto alle autorità messicane di numerare queste persone e le autorità locali hanno scelto di scriverli sulle loro braccia,” spiega il giornalista Cal Perry, del canale televisivo Americano MSNBC, durante un reportage a Juarez, Messico, poco lontano dalla frontiera Statunitense, il 17 dicembre. Perry correda il suo racconto con immagini che mostrano ufficiali Messicani che scrivono numeri sulle braccia di bambini e adulti.


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Una scena simile è stata raccontata ad Open da Adria Malcom, fotografa americana che copre la frontiera messicana da giugno. “Il 29 novembre ero di fronte alla Casa del Migrante, un centro di accoglienza vicino a Tijuana. Sono arrivati un uomo con una donna e due bambini, perché un ufficiale della dogana Americana gli aveva detto che dovevano farsi mettere su una lista. I bambini e la donna non potevano rimanere nella Casa del Migrante perché era troppo affollata, ma sono usciti con un numero scritto sulla mano, e io li ho fotografati”.

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I giornali israeliani Haaretz e il Jerusalem Post hanno paragonato questa attività alla pratica nazista di marchiare i prigionieri con il loro numero di matricola. Scrivere queste cifre sulle braccia è invece uno degli strumenti che le autorità messicane usano come promemoria; come ricevuta dell’iscrizione alla lista d'attesa dei richiedenti asilo. 

 

Da quando l’amministrazione Trump ha imposto la "tolleranza zero” per i richiedenti asilo, iscriversi all'elenco del Grupo Beta, l’agenzia nazionale messicana per i diritti umani, è diventato l’unico modo per raggiungere il varco con gli Stati Uniti. Il dipartimento di Sicurezza Nazionale limita il numero di persone che possono richiedere asilo, e le autorità messicane collaborano regolando le domande dal loro lato del confine. L’uso della lista è iniziato a Tijuana, e negli ultimi mesi si è diffuso ad altri punti di attraversamento lungo la frontiera.

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Da questa primavera la frontiera messicana è sovraffollata, racconta ad Open l’attivista Enrique Morones di Border Angels, un’organizzazione per i diritti umani che da anni assiste i richiedenti asilo alla frontiera messicana. "La lista è resa interminabile dalle migliaia di migranti che quest’estate hanno raggiunto il confine con le carovane, e dal fatto che ogni giorno ne vengono convocate solamente tra 40 e 60 per deporre la richiesta di asilo al varco con gli Stati Uniti" spiega.

 

La linea dura di Trump e questa lista interminabile spingono sempre più centro-americani a rinunciare a fare richiesta d'asilo e ad attraversare illegalmente la frontiera. Si è tornati a parlare degli effetti collaterali di questa politica dopo che l'8 dicembre una bambina guatemalteca, Jakelin Caal Maquin, di sette anni, è deceduta attraversando la frontiera con il padre.

 

Jakelin e il padre avevano raggiunto il confine statunitense ad Antelope Wells, New Mexico, nella notte del 6 dicembre. Jakelin aveva cominciato ad avere la febbre alta mentre si trovava in custodia della polizia doganale americana, ed è morta due giorni dopo in un ospedale di El Paso, Texas.

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