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L’Espresso denuncia l’aggressione di due suoi giornalisti a un ritrovo di Avanguardia Nazionale

07 Gennaio 2019 - 23:31 Redazione
Riuniti per commemorare le vittime di Acca Larenzia, gli attivisti di estrema destra avrebbero colpito con calci e schiaffi i cronisti Federico Marconi e il fotografo Paolo Marchetti

Un giornalista e un fotografo dell’Espresso sarebbero stati aggrediti al cimitero del Verano di Roma mentre documentavano il ritrovo del gruppo neofascista Avanguardia Nazionale. Gli esponenti di estrema destra si erano ritrovati per commemorare le vittime di Acca Larenzia, la via di Roma dove il 7 gennaio del 1978 due giovani attivisti del gruppo post fascista Fronte della Gioventù furono uccisi in un agguato davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano. Il settimanale denuncia sul suo sito che verso le 14.30 gli attivisti avrebbero colpito con calci e schiaffi il cronista Federico Marconi e il fotografo Paolo Marchetti, dopo essersi fatti consegnare a forza di spintoni la memoria della macchina fotografica di quest’ultimo. Il capo della divisione locale di Forza Nuova Giuliano Castellino, che nonostante sia sottoposto al regime di sorveglianza speciale si trovava sul luogo, avrebbe preso per il collo il giornalista, mentre altri lo spintonavano, prendendolo a schiaffi e calci. Insieme a un vecchio militante di Avanguardia Nazionale, Castellino si sarebbe poi impadronito del cellulare del cronista per cancellare foto e video della giornata, e del suo portafoglio per identificarlo, “come se fosse lui un esponente delle forze dell’ordine,” commenta Marco Damilano, direttore dell’Espresso. La polizia invece avrebbe assistito alla scena e sarebbe intervenuta solo dopo l’aggressione.

Il comitato di redazione della testata “condanna con forza il nuovo gravissimo, inaccettabile, episodio di violenza neofascista contro i giornalisti dell’Espresso” e richiede “una dura reazione del Viminale.” Salvini risponde: “Chi mena le mani deve andare in galera.” A sostenere i giornalisti e condannare gli aggressori sono in moltissimi, dall’Ordine dei Giornalisti alla sindaca di Roma Virginia Raggi. Castellino invece smentisce le accuse dell’Espresso: “Non è successo assolutamente nulla. Ho chiesto alle due persone, che solo successivamente si sono palesate come fotografi dell’Espresso, di cancellare le foto della cerimonia in cui comparivano anche minori, ma non c’è stata alcuna aggressione e nessun contatto.” Il leader di Forza Nuova difende poi la sua posizione: “Stavo partecipando a una cerimonia privata al cimitero, cosa che mi è concessa anche dal regime di sorveglianza speciale al quale sono posto. Quando mi sono accorto delle due persone che stavano fotografando ho chiesto loro di cancellare le immagini. Cosa che poi hanno fatto. Ci sono decine di testimoni e anche video di quanto accaduto.”

Non è stato un anno facile per chi fa informazione. Il settimanale americano Time, che ogni anno elegge una “persona dell’anno”, ha scelto nel 2018 di dedicare la sua copertina ai “guardiani,” i giornalisti che hanno sacrificato, a volte inconsapevolmente, la loro vita nel nome della verità e dell’informazione. In America, il tentativo delle autorità di svilire la verità e quelli che la ricercano, secondo il Time, sta minacciando la democrazia. In Italia, il governo non cela la sua scarsa considerazione nei confronti della stampa: il vicepremier Luigi Di Maio ha  definito i giornalisti “infami” e “sciacalli”.

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