Genova, oggi la firma sul contratto per la ricostruzione del ponte

Dopo mesi di confronti, stanno per definirsi le questioni prioritarie per Genova: dalla firma sul contratto di ricostruzione del viadotto sul Polcevera al nodo dell’importo di 439 milioni chiesti da Bucci ad Autostrade. Domenica la città scende in piazza contro il declino e per le grandi opere

Una firma che suggella mesi di lavoro alla ricerca di una soluzione che mettesse d'accordo il maggior numero di attori coinvolti. È quella che verrà appostaalle 13 sul contratto unico di ricostruzione. Sul documento, ci sono i nomi delle imprese ingaggiate per demolire quanto rimasto in piedi dopo il crollo del ponte Morandi e quelle che sono riuscite a conquistarsi l'incarico di ricostruirlo, vale a dire la cordata Fincantieri, Salini – Impregilo,Italferr. «Sono convinto – ha ribadito il ministro per le Infrastrutture Toninelli – che alla fine di quest'anno quel ponte lo vedremo ricostruito e all'inizio del 2020 sarà in piedi».


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Intanto, Autostrade per l'Italia si prepara a rispondere alla richiesta di esborso di 439 milioni per pagare lavori affidati ad altri e per gli indennizzi alle imprese e agli sfollati. La giornata è importanteper il concessionario della rete autostradale poiché il cda si riunisce non solo per valutare le richieste del commissario straordinario per la ricostruzione Marco Bucci, ma anche perché si apre la discussione intorno al rinnovo dei vertici dell'azienda: l'ad di Aspi Giovanni Castellucci aveva infatti annunciato le sue dimissionianche se dovrebbe conservare la sua poltrona da ceo di Atlantia, la holding che si occupa del monitoraggio e della manutenzione della rete autostradale.

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Nella lettera che il sindaco-commissario Bucci inviò ad Autostrade il 20 dicembre erano riportati nel dettaglio i fondi richiesti dalla struttura commissariale per tutto quanto riguardasse le ripercussioni del crollo del ponte Morandi: 20 milioni per la demolizione, 220 milioni per la ricostruzione, 72 milioni per gli indennizzi agli sfollati e alle imprese per un totale di 400 milioni di euro più Iva. Tempo per rispondere: 30 giorni. Che, a questo punto, stanno per scadere.

A dire il vero, Aspi si era già espressa in merito e Toninelli non aveva mancato di renderlo noto. «Autostrade ha comunicato a Bucci che si impegna a pagare il conto»,aveva scritto in un tweet il ministro,ma allo stesso tempo aveva espresso «riserve sugli importi richiesti». Riserve che potrebbero essere sciolte in questo cda. Nessun passo indietro invece rispetto all'intento del Movimento 5 stelledi nazionalizzare la rete autostradale o di ricorrere a concessioni di breve durata: «È in corso un procedimento amministrativo che – ha fatto sapere Toninelli – penso si chiuderà con la decadenza della concessione».

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E mentre queste questioni di primo ordine, dopo mesi di confronti e aggiustamenti stanno per definirsi, una manifestazione organizzata spontaneamente dal basso è stata fissata per domenica, in piazza DeFerrari, «contro il declino della città che dura da troppo a lungo». Un appuntamento per la Genova che vuole cambiare passo e tornare a crescere, che chiede «l'accelerazione nella realizzazione delle grandi opere che parte della Liguria vuole da anni, come il Terzo Valico ferroviario e la Gronda autostradale». Sì, Genova vuole sviluppo!è il titolo dell'evento organizzato via Facebook dai gruppi Che l'inse,Riprendiamoci Genovae Generazione Antigone. «Da grande centro industriale -sostengono queste associazioni – Genova è diventata una città isolata, che perde abitanti, priva di un'idea di sé stessa e incapace di immaginare il futuro. La tragedia del Ponte Morandi è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso – concludono -: Genova si trova a un bivio e deve fare appello a tutte le sue forze migliori per invertire il suo declino».

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