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Resistenza agli antibiotici: trovati geni di super-batteri anche al Polo Nord

29 Gennaio 2019 - 11:07 Juanne Pili
Un nuovo studio condotto nelle regioni artiche testimonia quanto grave sia diventata la minaccia della resistenza agli antibiotici. Anche l'abuso che facciamo dei farmaci ha contribuito a far crescere il fenomeno

In diversi campioni raccolti nelle isole Svalbard, al Polo Nord, sono state rinvenute tracce di geni che rendono i batteri resistenti agli antibiotici, tanto da essere definiti super-batteri. Si tratta di una delle principali minacce per la salute a livello mondiale. Il fatto che questi geni siano stati trovati in una zona così remota del Pianeta è segnale di quanto il fenomeno sia in crescita.

Uno studio che evidenzia la diffusione dei super-batteri

Nel 2007 un paziente indiano era infetto da batteri resistenti agli antibiotici. Uno studio del 2018 ha evidenziato che gli stessi batteri erano presenti nelle acque di Delhi intorno al 2010. Una recente scoperta fatta nelle isole Svalbard si lega alla precedente: sono stati trovati infatti geni simili, portati probabilmente attraverso il guano degli uccelli.

Nella ricerca pubblicata su Environment International si fa riferimento a 40 campioni raccolti nelle isole polari. Si contano 131 geni resistenti agli antibiotici, nel 60% del totale era presente il “blaNDM-1”. Parliamo quindi di super-batteri in grado di resistere persino ai carbapenemi, una classe di antibiotici molto potenti, usati nelle infezioni batteriche più gravi. Generalmente si considerano gli studi effettuati nelle regioni tropicali per avere una cifra del progressivo potenziamento dei batteri contro gli antibiotici, mentre la recente ricerca dimostra quanto sia importante effettuare campionamenti anche al Polo Nord.

Tra le principali minacce mondiali

La resistenza dei batteri agli antibiotici è stata riconosciuta dall’Oms come uno dei principali pericoli per l’umanità, assieme alla riluttanza ai vaccini. Si tratta di una delle più evidenti prove dell’esistenza di una evoluzione per selezione naturale; il principale motivo per cui i batteri risultano sempre più forti dipende infatti dalla variabilità genetica. I più resistenti proliferano, rappresentando una sfida continua nello sviluppo di nuovi farmaci.

La resistenza riguarda in particolare due specie di batteri: Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae. Questi, possono causare numerose infezioni come quelle urinarie, fino alla setticemia.

La resistenza ai già citati carbapenemi è quella più preoccupante. Parliamo di antibiotici che rappresentano l’ultima risorsa contro infezioni estremamente gravi. Secondo i dati Istat analizzati nel report della Sorveglianza nazionale delle batteriemierelativi al periodo 2013-16 – la resistenza ai carbapenemi nelle infezioni da Klebsiella pneumoniae è salita dall’1,3% nel 2009 al 27% nel 2011, arrivando al 33% nel 2015.

Abuso di antibiotici e proliferazione dei super-batteri

Anche l’uso improprio degli antibiotici non aiuta certo nella lotta ai super-batteri. L’esistenza di ceppi resistenti ai trattamenti dipende anche dall’abuso che ne facciamo, assumendoli senza prescrizione medica. Li conserviamo nell’armadietto del bagno come residui di malattie passate, e pensiamo di usare la farmacia domestica in caso di nuove “emergenze”: questi comportamenti errati stanno contribuendo a rendere infezioni curabili da decenni, nuovamente pericolose, o addirittura letali.

In Italia l’abuso di antibiotici riguarda soprattutto i bambini, come segnalato anche dalla Federazione italiana medici pediatri (Fimp). Rappresentano infatti il 44% di tutti i farmaci prescritti ai minori. Sono dati che rendono l’Italia uno dei paesi che contribuisce maggiormente ad incrementare il problema in Europa, anche se, negli ultimi anni, si è registrato un calo del consumo.

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