No, Sanremo non è più un paese per vecchi

L’età media dei concorrenti è diminuita (37 anni). La scelta del direttore artistico, Claudio Baglioni, di dare spazio ai nuovi trend musicali sta pagando anche in termini di ascolti

Non è più un Sanremo per vecchi. Al di là dei dati generali di ascolto (ieri sera 46,11% di share, 9.552.709 milioni di telespettatori) quello di quest'anno potrebbe essere il Festival più giovane di sempre si legge nel comunicato stampa della Rai: la prima serata è stata vista dal 58,4% dei giovani tra 15 e 24 anni che stavano davanti alla tv mentre il Festival andava in onda (+3,8% rispetto allo scorso anno).


È un record degli ultimi 17 anni per il pubblico maschile di quella fascia di età, dice chi fa i confronti. Il rinnovamento anagrafico della platea sanremese è inevitabilmente legato anche alle scelte del direttore artistico Claudio Baglioni: Achille Lauro, Ghemon, Motta, ExOtago, Irama sono lo specchio dei nuovi trend musicali, Rap, Trap, Indie, gli stessi per cui quei 15-24 comprano i biglietti dei concerti e fanno file interminabili agli instore.


Sanremo però deve fare i conti con il pubblico Rai più adulto, da cui arrivano ancora i volumi più grossi di share e che ascolta con diffidenza Rolls royce ed è nostalgico di Albano. Baglioni riesce a coniugare gusti musicali agli antipodi con duetti azzardati: Patty Pravo canta con Briga, Nino D’angelo rappa con Livio Cori e anche il più “tradizionale” Il Volo canta con il chiodo di pelle; venerdì in sala stampa Baglioni ha detto: «Ieri l’età media dei concorrenti era di 37 anni: una sorta di miracolo per il festival di Sanremo che generalmente si mantiene su età più alte».

È interessante però notare come ormai il Festival si segua con modi di visione cross-channel: non solo perché più di mezzo milione di persone lo sta seguendo in diretta streaming, ma soprattutto perché l'appoggio contemporaneo sui social network diventa ormai un complemento della visione, con la composizione di un gruppo d'ascolto virtuale sempre più folto: nelle prime tre serate sono state registrate 8 milioni di interazioni (+65% rispetto al 2018).

Da evento tv, il festival si è trasformato in un appuntamento che non può più prescindere dal digitale: il vero frutto pregiato dello “svecchiamento” di Sanremo per chi lo produce è l'affermazione del web come asset strategico da sfruttare e su cui investire, e non da temere come fattore di erosione all’ascolto televisivo. Un fenomeno che vale ormai per ogni "maratona" televisiva.

Leggi anche: