In Evidenza ENISiriaUSA
LE NOSTRE STORIEElezioni europee 2019IntervistePopulismoRomaniaUnione europea

I movimenti che vogliono ridisegnare l’Europa: Plus, il partito romeno che combatte il populismo con i tecnocrati

23 Febbraio 2019 - 00:50 Cristin Cappelletti
I sondaggi li danno al 6-8%. Per Plus è la prima candidatura al Parlamento europeo ma Oana Toiu, responsabile del partito per la capitale Bucarest, è sicura che i giovani premieranno la loro squadra di esperti e attivisti. In questa nuova puntata sulle elezioni europee Open vi porta in Romania 

Nel 2015 Oana Țoiu si è trovata improvvisamente catapultata nel mondo della politica romena. L’incendio in una discoteca a Bucarest, in cui morirono 55 persone, cambiò la storia del Paese. I cittadini romeni puntarono il dito contro il Governo, accusato di essere corrotto e l’esecutivo del socialdemocratico Victor Ponta diede le dimissioni. In Romania fu la piazza e non il palazzo ad agire da catalizzatore e il nuovo Governo tecnico portava lo stampo dell’ Unione europea.

Il nuovo primo ministro Dacian Ciolos, era stato commissario europeo, il ministro degli Esteri Lazar Comanescu era un ex ambasciatore Ue, mentre al ministero delle Finanze arrivò un analista della commissione europea. Oana Țoiu fu nominata segretaria di Stato nel ministero del Lavoro per la sua esperienza nel mondo dell’imprenditoria che la portò, dopo la caduta del Governo tecnico nel dicembre del 2016, a far parte di un nuovo movimento politico, fondato nel dicembre del 2018 dall’ex premier Dacian Ciolos.

Ciolos decise di chiamare il nuovo partito PLUS: Partito per la Libertà, Unità e Solidarietà. Le elezioni europee saranno la loro prima vera prova elettorale. Oggi contano, secondo Țoiu, circa 10 mila attivisti nel Paese (su una popolazione di circa 20 milioni). Pochi, ma abbastanza per poter spostare gli equilibri interni. Sondaggi recenti li danno al 6-8%: insieme a Save Romania Union, un altro partito loro alleato, potrebbero arrivare a 18%, qualificandosi al terzo posto dopo il partito socialdemocratico PSD (28%) e il partito nazional liberale (27%).

I movimenti che vogliono ridisegnare l'Europa: Plus, il partito romeno che combatte il populismo con i tecnocrati foto 2Oana Toiu

Le sfide sono molte. La prima è l’astensionismo, visto che soltanto il 32% dei romeni ha votato nel 2014 (in Italia il tasso di partecipazione era del 57%). La seconda è migliorare i rapporti con i vertici politici dell’Unione Europea. Nonostante la Romania sia attualmente uno dei tre Paesi alla presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, ciò non ha impedito all’Ue di criticare duramente il Governo romeno per un decreto emergenziale che, dal punto di vista dell’Ue, indebolisce la separazione dei poteri tra esecutivo, legislativo e giudiziario.

Il presidente del Consiglio europeo (da non confondere con il Consiglio dell’Ue), Donald Tusk, aveva twittato (anche in rumeno): «Chiamatemi vecchio stile ma io credo ancora che debbano essere i giudici e non i politici a stabilire se una persona è colpevole o meno». A questa presunta deriva autoritaria, che rischia di accomunare la Romania alla vicina Ungheria di Viktor Orbán, PLUS oppone una politica che punta molto sulla trasparenza, la rappresentatività e l’onestà. A parlarne a Open è Oana Toiu, responsabile di PLUS per la capitale romena.

Siete un partito giovane. Quali sono i temi al centro della vostra agenda?
«Il nostro presidente è stato ministro dell’Agricoltura in Europa. Ci stiamo concentrando sulle infrastrutture e sull’agricoltura, vogliamo proporre una produzione alimentare più sostenibile e sostenere lo sviluppo di aziende locali. Vogliamo che le piccole imprese abbiano più accesso al mercato, che siano supportate nell’aumentare la loro produzione e distribuzione nell’Unione Europea e nei Paesi vicini. Un altro tema che ci sta a cuore è l’assistenza sanitaria, il rinegoziare il prezzo dei medicinali per cifre più eque. Ci sono molte famiglie con figli che si sono trasferite in Europa, fuori dalla Romania, vogliamo che ci siano dei criteri minimi standard per l’accesso a una buona assistenza sanitaria, sostenendo quindi a livello europeo un sistema di welfare».

Qual è il vostro rapporto con i giovani e quali proposte avete per loro?
«Sicuramente dobbiamo tenere conto che potremmo essere potenzialmente il partito più giovane a livello europeo. Una delle nostre priorità sarà incoraggiare la mobilità internazionale. In Romania 8 giovani su 10 stanno prendendo in considerazione di studiare all’estero. Secondo una ricerca recente dell’Unione Europea un milione di bambini sono nati da coppie Erasmus. Nella vita di tutti giorni sono un’imprenditrice sociale, mi occupo di formare giovani, giovani che vogliono avere un impatto nella società, esser inclusivi, che hanno una mentalità aperta. Questi ragazzi però si sentono isolati, lontani dalle istituzioni, credono in un progetto, un’agenda politica in un’Europa unita ma sono disconnessi dai politici e dalle istituzioni. Non possiamo coinvolgerli solo ogni quattro anni per un’elezione. Dobbiamo avere un dialogo quotidiano e continuo».

I movimenti che vogliono ridisegnare l'Europa: Plus, il partito romeno che combatte il populismo con i tecnocrati foto 1
L’ex primo ministro romeno Dacian Ciolos
Sempre più giovani romeni si spostano all’estero, proponete delle soluzioni?
«La Romania ha circa 4 milioni di romeni che vivono in altri Paesi europei. È una delle diaspore più grandi a livello europeo. C’è sempre più l’intenzione da parte dei giovani di spostarsi all’estero. Ma ci stiamo muovendo per riportare molti giovani a casa migliorando le condizioni economiche, e in questo senso la Romania ha fatto dei grossi passi avanti. Bucarest ha avuto quattro semestri consecutivi positivi in termini di crescita, una delle città migliori dell’Unione Europea. Dall’altra parte, con tanti giovani che si trasferiscono all’estero abbiano sempre meno manodopera. Dobbiamo investire su salari più equi, riforme nel campo dell’educazione e della sanità, e buone infrastrutture. Uno dei temi su cui punteremo molto se dovessimo arrivare in Parlamento è combattere la corruzione sia a livello europeo che locale. Quando i giovani vedono al potere qualcuno che è corrotto è difficile raccogliere i frutti del loro lavoro e delle loro scelte. Sarò ricompensato per i miei meriti? È una domanda che molti under 25 si fanno, vogliamo restituirgli una società più meritocratica».

Come vedete l’attuale turno della Romania alla presidenza dell’UE?
«Attualmente a livello europeo ci sono sempre più critiche rivolte ai nostri deputati al Parlamento europeo, come per esempio il fatto che non ci siano persone che parlano inglese, o le loro continue affermazioni contraddittorie. Al momento la nostra presidenza non sembra preparata a guidare il Paese. Di recente il ministro degli Affari europei si è dimesso, e questo ci restituisce un quadro di quello che sta avvenendo nel Paese. C’è questo bisogno di mandare rappresentanti di cui i giovani possano avere fiducia. Sicuramente il nostro turno può essere un’ottima occasione per riavvicinare i giovani alla politica e alle istituzioni. Non abbiamo però un obiettivo ben preciso sul numero di seggi che vogliamo ottenere: è la prima volta che ci candidiamo per il Parlamento europeo ma sappiamo che la nostra alleanza USR è molto ambiziosa».

I movimenti che vogliono ridisegnare l'Europa: Plus, il partito romeno che combatte il populismo con i tecnocrati foto 3Dacian Ciolos

Cosa porterete a Strasburgo, nel caso foste eletti?
«Abbiamo molti funzionari pubblici, esperti che per lungo tempo hanno lavorato nella politica romena. Tuttavia, ci troviamo in una situazione molto complicata. Sappiamo che Paesi vicini come quelli appartenenti al gruppo Visegrad hanno una visione diversa dell’Europa, tuttavia abbiamo dialoghi anche con i suoi membri. Vogliamo un’Unione Europea più integrata, caratterizzata dalla collaborazione tra i Paesi. Porteremo i nostri esperti, la nostra lunga storia nelle istituzioni europee. Molti membri della nostra squadra sono cresciuti in zone rurali, capiscono le necessità dei villaggi, spesso abbandonati, della campagna e della periferia. Possiamo essere degli ottimi rappresentanti, dei mediatori connessi con la realtà, con le famiglie e non delle mere figure istituzionali in un palazzo di Bruxelles».

Le risposte al quiz di Open sulle europee

1. Prima di diventare Presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk è stato Primo Ministro del Lussemburgo? No, Donald Tusk è stato Primo Ministro della Polonia dal 2007-2014

2. In Francia le elezioni europee del 2014 sono state vinte dal Fronte Nazionale di Marine le Pen? Sì, il Fronte Nazionale è arrivato primo con il 24,8% delle preferenze, con circa 4 punti di scarto rispetto al partito di centrodestra l’Unione per un movimento popolare

3. Il Movimento 5 Stelle è stato alleato europeo del movimento indipendentista britannico (Ukip) di Nigel Farage? Sì, il Movimento fa tuttora parte del gruppo Europa della Libertà e della Democrazia Diretta presieduta da Nigel Farage

4. Romano Prodi è stato il primo italiano a ricoprire il ruolo di Presidente della Commissione? No, è stato Marco Maria Malfatti a ricoprire per primo la carica dal 1970-1972

5. La Banca centrale europea continua a praticare il quantitative easing? No, è stato interrotto il 1 gennaio 2019 seguito alla decisione di Mario Draghi

6. La Macedonia è l’ultimo paese europeo a diventare membro dell’Ue? No, è la Croazia, entrata a far parte dell’Ue nel 2013. L’adesione della Macedonia all’Ue rimane un obiettivo del Governo macedone

7. L’Italia è il Paese europeo con il più alto tasso di disoccupazione giovanile? No, secondo i dati Eurostat per il 2018 al primo posto c’è la Grecia (38.5%), seguita dalla Spagna (32.7%) e l’Italia (31.9%)

Articoli di LE NOSTRE STORIE più letti