Il cardinale George Pell, numero 3 del Vaticano, è stato condannato per pedofilia

Il tribunale di Melbourne ha riconosciuto il tesoriere australiano, il più alto funzionario della Chiesa cattolica, colpevole di abusi sui minori. Il Papa lo sospende dalle celebrazioni e dai contatti con minori

Il vescovo australiano George Pell, 77 anni, è stato condannato a dicembre per violenza sessuale negli anni ’90 su due bambini di 12 e 13 anni del coro nella sacrestia della cattedrale di Saint Patrick di Melbourne. Il terzo uomo più potente del Vaticano è stato accusato di aver fatto sesso con un ragazzino minore di 16 anni. A suo carico, anche altre quattro accuse per aver compiuto «atti indecenti» nei confronti di un minore.


Il processo a Melbourne

Una sentenza che lo rende il più alto funzionario della Chiesa cattolica condannato per pedofilia. Il tribunale di Melbourne aveva però vietato, fino a oggi, la pubblicazione dell’esito della sentenza, una precauzione presa per proteggere la giuria di un altro processo a cui il tesoriere del Vaticano avrebbe inizialmente dovuto sottoporsi per altri fatti. L’accusa ha però deciso di rinunciare a questa seconda indagine. La pena non è ancora stata fissata, ma il cardinale rischia fino a 50 anni di reclusione. Una nuova udienza si terrà domani (mercoledì 27 febbraio). Quello che è sicuro è che Pell sarà allontanato da Roma. Gli avvocati del monsignore hanno già annunciato la sua volontà di fare appello. Il cardinale aveva interrotto le sue funzioni al Vaticano per difendersi ma formalmente resta a capo della segreteria dell’Economia del Vaticano, posizione che gli era stata affidata da papa Francesco nel 2014 con la missione di riformare le finanze della Chiesa Cattolica. Lo stesso anno, una delle due vittime delle sue violenze è deceduta per un’overdose di eroina. L’altra, che ha richiesto di restare anonima, ha dichiarato: «Come molte vittime, ho provato vergogna, solitudine, depressione e difficoltà, ci ho messo anni a comprendere l’impatto di questa vicenda sulla mia vita».


La reazione del Vaticano

Papa Francesco ha subito provveduto alla sospensione del cardinale Pell dalle celebrazioni e dai contatti con i minori: «Si tratta di una notizia dolorosa – ha affermato il direttore della sala stampa della Santa Sede – siamo ben consapevoli che ha scioccato moltissime persone e non solo in Australia». E dunque il provvedimento del pontefice: «Al cardinale Pell sia proibito in via cautelativa l’esercizio pubblico del ministero e, come di norma, il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età – si legge nella nota del Vaticano -. La Santa Sede si unisce a quanto dichiarato dal presidente della Conferenza episcopale australiana nel prendere atto della sentenza di condanna in primo grado nei confronti del cardinale George Pell».

La notizia della condanna arriva pochi giorni dopo una conferenza del Vaticano dedicata alla lotta contro gli abusi sessuali nell’istituzione religiosa. Durante l’ultimo dei quattro giorni del convegno, il Papa ha esortato la Chiesa a intraprendere una «battaglia totale» contro gli abusi sessuali perpetrati dai membri del clero, crimini che ha giudicato abominevoli. Il Vaticano aveva anche annunciato nel dicembre 2018 il rimpasto del C9, il consiglio dei cardinali per la Santa Sede. Una ristrutturazione voluta proprio per rimuoverne George Pell, senza però precisarne pubblicamente la ragione.