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Lavoro, pubblico “batte” privato: i giorni di malattia aumentano soprattutto al Sud e nella Pa

26 Febbraio 2019 - 20:54 Felice Florio
Nell'ultimo anno, 27 dipendenti pubblici su 100 hanno richiesto almeno un giorno di malattia. Nel settore privato la percentuale è più bassa: 18 su 100. Incremento delle richieste di certificati di malattia al Sud

Aumentano i giorni di malattia richiesti dai lavoratori, aumentano i certificati rilasciati dai medici, soprattutto al Sud. Dal primo settembre 2017 è entrato in vigore il Polo unico per le visite fiscali dell’Inps: le visite di controllo, che in passato dipendevano dalle Asl territoriali, ora sono in mano ai medici dell’Istituto nazionale di previdenza sociale. E i dati dimostrano che l'assenteismo per malattia è più diffuso nel pubblico che nel privato. Ecco le statistiche elaborate dall'osservatorio: nel 2018, le richieste di almeno un giorno di malattia sono scese di un punto nel settore privato, attestandosi al 18%, mentre nel pubblico sono rimaste stabili al 27%.

Si allunga il periodo di malattia

In entrambi i settori c'è stato un lieve aumento del numero medio di giorni di assenza per malattia: si passa da 9,1 a 9,2 giorni nella pubblica amministrazione e da 9,9 a 10,2 giorni per i dipendenti privati. In totale sono 6,8 milioni le giornate di malattia per i lavoratori pubblici (+0,7% rispetto al 2017) e 20,3 milioni per i privati (+3,9%).

Discrepanze tra Nord e Sud per i certificati

I certificati di malattia sono i documenti redatti da un dottore, di solito il medico curante, che attestano lo stato di malattia del lavoratore. Secondo le rilevazioni dell’osservatorio, dal 2017 al 2018 il numero di certificati è aumentato del 2,3% nel settore pubblico e dell’1,9% in quello privato. A livello territoriale è al Sud che si registra un aumento dei certificati: +5,9% nel pubblico, +3,3% nel privato. Nella Pa al Nord, invece, i certificati rilasciati dai medici sono diminuiti di un -1,5%. 

Più idoneità nel pubblico

L’idoneità al lavoro è l’esito della visita medica di controllo, che può essere richiesta dal datore di lavoro o disposta d’ufficio. Quando, dopo una visita, il dipendente risulta idoneo, è obbligato a rientrare al lavoro nel giorno stabilito e mai oltre un giorno rispetto alla prognosi. Su 100 visite effettuate nel pubblico, 34 si sono concluse con un'idoneità. Nel privato la percentuale è più bassa (19 lavoratori su 100). Il tasso di idoneità registra comunque un lieve aumento in entrambi i settori.

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