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L’ex avvocato accusa Trump: «Sapeva dell’Emailgate di Clinton, è un razzista e un bugiardo»

27 Febbraio 2019 - 18:16 Emma Bubola
L'ex avvocato di Donald Trump, Michael Cohen, ha dichiarato davanti al Congresso che il presidente americano è un «razzista», un «truffatore» e un «imbroglione», «sapeva che Wikileaks era in possesso di email piratate su Clinton». Cohen andrà in prigione il prossimo maggio per aver mentito davanti al Congresso sulle trattative tra Trump e la Russia

L'ex avvocato di Donald Trump, Michael Cohen, ha dichiarato davanti al Congresso che il presidente americano è un «razzista», un «truffatore» e un «imbroglione». Cohen ha collaborato per 10 anni con Donald Trump ed è considerato uno degli uomini che più gli sono stati vicini prima ancora che il tycoon diventasse presidente.

La deposizione

Poi, Cohen ha motivato ogni accusa, fornendo documenti per provare le sue affermazioni. L'ex avvocato aveva precedentemente mentito al Congresso sulle trattative tra Trump e la Russia, ragione per cui è stato condannato e andrà in prigione a maggio. I repubblicani usano l'elemento della condanna per delegittimare Cohen e qualsiasi sua affermazione.

«Sapevo che avreste messo in dubbio la mia credibilità quindi ho allegato delle prove e dei documenti alla mia deposizione», ha esordito Cohen. «Ho mentito ma non sono un bugiardo, ho fatto degli errori ma non sono un uomo cattivo», ha affermato l'ex avvocato. Cohen ha iniziato la sua deposizione dichiarando di «vergognarsi» per aver «promosso e protetto» Trump e di essersi presentato di fronte al Congresso per «redimersi e per fare capire agli americani che uomo sia il loro Presidente».

L'ex avvocato accusa Trump: «Sapeva dell'Emailgate di Clinton, è un razzista e un bugiardo» foto 1

Il rapporto tra Trump e Stormy Daniels

Uno dei dossier più caldi che Cohen ha affrontato di fronte al Congresso è quello che riguarda il rapporto tra Trump e Stormy Daniels, ossia Stephanie Clifford, attrice di film porno. L'ex avvocato ha presentato alla giuria la copia dell'assegno di 130 mila dollari che Trump Junior avrebbe fornito a Cohen per rimborsarlo della somma che avrebbe chiesto di elargire all'attrice per garantirsi il suo silenzio. Il figlio di Trump avrebbe infatti fornito a Clifford del denaro durante il mandato presidenziale per garantire la segretezza degli incontri tra Stormy Daniels e il padre.

L'«emailgate» di Hillary Clinton

Cohen ha rivelato inoltre che Trump sarebbe stato al corrente che Wikileaks, il sito di Julian Assange, fosse in possesso di email piratate che avrebbero danneggiato la sua rivale Hillary Clinton, candidata democratica alla presidenza, prima che queste fossero pubblicate. L'ex-consigliere di Trump, Roger Stone avrebbe informato Trump di questo fatto dopo una telefonata con Assange, suo conoscente. Trump avrebbe reagito esclamando: «Non sarebbe fantastico?»

La falsa testimonianza

Riguardo alla falsa testimonianza davanti al Congresso, Cohen ha affermato che il Presidente non gli avrebbe richiesto espressamente di mentire. L'avrebbe però spinto a farlo in modo più sottile, guardandolo negli occhi e affermando che «Non esiste un business con la Russia» mentre entrambi sapevano che Cohen stava negoziando con Mosca per un progetto immobiliare.

Lo staff personale di Trump avrebbe inoltre riletto la deposizione di Cohen contenente false informazioni sulle trattative con la Russia prima che l'ex avvocato prendesse parola davanti al Congresso. Secondo Cohen, Trump avrebbe intavolato queste trattative, che gli avrebbero permesso di guadagnare milioni di dollari, perché non credeva che avrebbe vinto né le primarie né le presidenziali.

Gli aneddoti sul Presidente

Accanto a queste questioni che possono avere gravi ripercussioni legali, Cohen ha raccontando anche aneddoti sul Presidente che potrebbero danneggiare la sua immagine: «Mentre Obama era presidente degli Stati Uniti, Trump mi ha chiesto se ero in grado di pensare a un Paese governato da un nero che non fosse 'paese di merda'», «Mentre passavamo da un quartiere disagiato di Chicago, Trump ha affermato: 'solo i neri potrebbero vivere in queste condizioni'». O ancora: «Una volta Trump mi ha detto che i neri non avrebbero votato per lui perché sono troppo stupidi».

Cohen ha inoltre confessato che Trump gli ha a più riprese ordinato di minacciare le scuole che il presidente ha frequentato affinché non rilasciassero i suoi risultati di esami o test Sat. Oppure di aver pagato con il denaro della fondazione Trump (che dovrebbe essere un'organizzazione di beneficenza) un uomo affinché sborsasse un prezzo altissimo per un ritratto del presidente messo all'asta. «Stare vicino a Trump era tossico, sentivi sempre che stavi facendo cose più grandi di te».

L'ostruzionismo e le accuse dei repubblicani

All'inizio dell'udienza i repubblicani hanno tentato di rimandare la sessione per il ritardo da parte di Cohen nel presentare i documenti necessari. La richiesta non è però stata accolta dalla giuria. Prima che Cohen prendesse la parola, i membri repubblicani del Congresso hanno tenuto a precisare che Cohen andrà in prigione a maggio per aver mentito al Congresso e che è inaccettabile che una persona accusata di aver mentito al Congresso sia riuscita ad ottenere il diritto di parola. I repubblicani hanno inoltre accusato Cohen di aver costantemente agito per avidità e interesse personale e i democratici di strumentalizzare l'ex avvocato per colpire Trump.

Il tweet di risposta di Trump

Donald Trump Junior ha reagito alle accuse di Cohen con un post su Twitter: « Ecco tutto. Cohen vuole solo essere famoso. Voleva il suo Tv show personale ed essere sotto i riflettori e quando non è riuscito ad averlo con le buone, ha provato con le cattive».

https://twitter.com/statuses/1100793163378319360

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