San Ferdinando, l’allarme dei sindacati: «Gli sgomberati non hanno un posto dove andare»

È già crisi alla baraccopoli di San Ferdinando dove stamattina sono partiti i lavori di demolizione: nel piano di accoglienza non c’è posto per tutti, sebbene l’80% dei residenti abbia un permesso di soggiorno

Nessun incidente ma preoccupazioni per il futuro. Èil clima che si respira alla baraccopoli di San Ferdinando dove la mattina del 6 marzo è iniziata l'opera di demolizione. I sindacalisti presenti parlano di un piano di emergenza che non prevede l'accoglienza, anche solo in fase emergenziale, per tutti gli sgomberati. Gli ospiti del campo sono stimati in circa un migliaio anche se secondo alcune fonti in vista dello sgombero molti, almeno la metà, hanno lasciato l'area.


A protestare sono sia i rappresentantidi Flai Cgil, AbdelHafia(nel video),sia dell'Unione sindacale di Base. Spiega PatrikKonde, di Usb, che stando alle indicazioni informali arrivate dalla prefettura finora gli alloggi non bastano: «Sono stati previsti circa 30 posti presso gli Sprar in alcuni comuni, altrettanti nei Cas e una cinquantina nella tendopoli gestita dalla Caritas».


Pochi rispetto ai residenti della baraccopoli, quasi tutti in Italia con un permesso di soggiorno per motivi umanitari (attualmente valido, anche se il nuovo decreto sicurezza li abolisce). Per di più, aggiunge Konde, «molti non vogliono accettare neppure i posti nei Cas e Sprarperché sono molto lontani da San Ferdinando e rischiano di perdere il posto di lavoro come braccianti agricoli».

Leggi anche: