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Dalla Polonia agli Stati Uniti: quando la religione diventa un’arma per i no-vax

10 Marzo 2019 - 12:09 Juanne Pili
In alcune regioni del Mondo, compresi gli Stati Uniti, le motivazioni religiose potrebbero essere tra i fattori che alimenterebbero la riluttanza ai vaccini. Nella maggioranza dei casi si tratta solo di alibi per aggirare le leggi, anche se in diversi paesi come Indonesia, Pakistan e Giappone hanno giocato un ruolo importante nel provocare il calo delle coperture vaccinali. Ma la "religione dei click" è quella che dovrebbe preoccuparci maggiormente

Nei 53 paesi europei appartenenti all’area dell’Oms il 2018 è stato un anno record, in senso negativo: «nei primi sei mesi, 41mila bambini e adulti sono stati infettati dal virus del morbillo», riporta l’agenzia di stampa LaPresse. Al primo posto l’Italia con oltre mille casi registrati, seguita da Francia, Serbia, Grecia, Russia, Georgia e Ucraina. Sono le conseguenze dei cali nelle coperture vaccinali, previste da virologi e immunologi. 

Per arginare il problema bisogna andare alla sua radice: perché alcuni genitori scelgono di non vaccinare i propri figli? Analfabetismo funzionale e scientifico sembrano i fattori più immediati, seguiti dalla propaganda dei movimenti anti-establishment, dei guru delle medicine alternative e di alcuni governi, che avrebbero usato le narrazioni novax per alimentare il radicalismo politico nei social media.

Possibile che in tutto questo abbia giocato un ruolo anche la religione? Probabilmente no, non direttamente almeno. Anche se, come vedremo più avanti, non sono mancati casi preoccupanti. Il dubbio, in ogni caso, non è nuovo: sono state già fatte delle riflessioni su come una mente educata a credere ai dogmi, senza senso critico, possa rendere le persone vulnerabili ad altri generi di narrazioni in cui non contano più i fatti oggettivi, quanto la capacità di appagare i propri preconcetti.

In quest’ottica potrebbero rientrare a pieno titolo anche le tesi antivacciniste. Il biologo e divulgatore scientifico Richard Dawkins, intervistato dalla Bbc, paragona l’impostazione di una mente religiosa al modo in cui le falene vengono attirate dalle luci, di fatto un comportamento auto-distruttivo, ma solo apparentemente privo di spiegazione:

Il cervello umano è stato selezionato per sviluppare qualcosa che si manifesta come religione in alcune circostanze. Se prendo un’analogia … beh, una di quelle a cui sono particolarmente affezionato è la tendenza delle falene a volare nelle fiamme delle candele, ed è allettante etichettare quel comportamento suicidario nelle falene e chiedersi dove diavolo sia il vantaggio darwiniano di comportamento suicidario nelle falene. Le sole luci che vedresti se fossi una falena notturna sarebbero quelle della luna e delle stelle. Se hai una regola empirica nel tuo cervello che dice “Segui un angolo costante di 30 gradi rispetto ai raggi della luna”, è una cosa molto utile da fare, perché ti fa andare avanti in una linea dritta. Questa regola empirica viene poi applicata erroneamente alle candele, che non sono all’infinito ottico, dove i raggi si irradiano verso l’esterno. E se segui la stessa regola empirica, mantenendo un angolo di 30 gradi rispetto ai raggi della candela, allora ti spingerai semplicemente a spirale nella candela e brucerai te stesso.

Esistono religioni no-vax?

Elenchiamo solo alcuni esempi importanti che hanno destato maggiore preoccupazione in tempi recenti:

  • In Indonesia i movimenti islamici contro le vaccinazioni stanno divenendo sempre più forti, facendo precipitare la copertura per il morbillo; 
  • Negli Stati Uniti è possibile esentare i propri figli dalle vaccinazioni adducendo motivi religiosi o filosofici e il problema ha portato a dover gestire delle vere e proprie emergenze sanitarie;
  • Il Pakistan sta compiendo un enorme sforzo per combattere la poliomielite, ancora endemica nel paese. Anche lì, però, la propaganda novax ha portato almeno quattromila famiglie a respingere le vaccinazioni, anche a causa di un filmato diffuso in rete;
  • In Giappone la principale minaccia deriva dalla setta denominata «Kyusei Shinkyo». Il paese sta vivendo la peggiore epidemia di morbillo da dieci anni, i media locali riportano oltre 170 nuovi casi, in 20 delle 47 prefetture della contea. Molti di questi casi sono collegati a membri della setta giapponese, dove si ritiene che le medicine siano dannose. Tuttavia il gruppo religioso si è recentemente scusato, dichiarando di voler collaborare con le autorità sanitarie.
  • In Polonia sono in aumento le persone che ritengono i vaccini non compatibili con le proprie credenze religiose. Secondo un sondaggio condotto per conto della Commissione europea, alla domanda «i vaccini sono compatibili con le mie credenze religiose?» ha risposto positivamente solo il 59% degli intervistati. Tutto questo nonostante il Paese sia stato colpito da una epidemia di morbillo nel novembre scorso, e circa 34 mila persone si sono rifiutate di vaccinarsi.

Non esistono oggi religioni che condannano ufficialmente i vaccini

La fede viene spesso usata come alibi dagli antivaccinisti. E la «religione dei click» sembra molto più pericolosa oggi, di quanto non siano le religioni ieri. La psicoterapeuta Valeria Rosini, ex coordinatrice del circolo Uaar (Unione atei agnostici e razionalisti) di Milano, ci ha aiutato a capire quali potrebbero essere i collegamenti – indiretti – tra disinformazione sui vaccini e religioni.

«A dire la verità io credo che tutto il movimento antivaccinista che c’è oggi nel mondo abbia a che fare solo indirettamente con le religioni. Anche se i primi antivaccinisti di fine ‘700 che si sono opposti al vaccino contro il vaiolo, presentavano effettivamente dei motivi religiosi. Sembrava sacrilego il fatto di dover iniettare degli umori animali negli esseri umani, fatti a immagine di Dio, inoltre sembrava che i vaccini andassero a interferire con la predestinazione. Queste motivazioni oggi sono superate». 

Eppure in America, dove convivono numerose fedi, è possibile esentare i propri figli dalle vaccinazioni per motivi religiosi o filosofici.

«In America sembra che il problema stia maggiormente nel modello di laicità, tale per cui qualunque religione viene assolutamente rispettata, quindi basta che qualcuno accampi una qualsiasi motivazione di coscienza per motivi religiosi, per ottenere in certi casi – come per le vaccinazioni – delle esenzioni. Questo significa che probabilmente quelle che loro chiamano “esenzioni vaccinali non mediche”, sono largamente abusate. Non è richiesto di dichiarare a quale credo si fa riferimento nella motivazione religiosa. Parliamo quindi solo di piccole minoranze, che magari sostengono ancora la questione della “predestinazione”».

Anche da noi si è usato l’alibi delle motivazioni religiose?

«Le motivazioni dei novax, anche qui in Europa, sembrano più legate all’ignoranza scientifica. Cioè al fatto che le nostre scuole danno poca importanza alla comprensione del metodo scientifico; quindi da un lato alla strutturazione di una mentalità critica capace di maneggiare argomenti controversi, dall’altro non viene sostenuta una fiducia nella comunità scientifica. Quindi c’è una debolezza di base nella cultura che non consente la fiducia nella scienza». 

La sfiducia nella scienza non può essere spiegata anche da una cultura religiosa?

«C’è una diffidenza nei confronti della scienza che viene in termini molto indiretti anche dalla religione, per il fatto di essere cresciuti in un ambiente che insegna a credere, non a cercare la verità seguendo un metodo. Abbiamo quindi una incapacità nel crearsi delle opinioni personali, in un Mondo molto difficile come quello di oggi, in cui veniamo bombardati da una infinità di informazioni contraddittorie, e se non si è capaci di confrontarle e di capire quali sono probabilmente false e quali probabilmente vere, si finisce per sbagliare.

Credo che tutto questo metta molta insicurezza, soprattutto nelle persone più fragili. Allora questa insicurezza viene fronteggiata costruendosi delle sicurezze fittizie: il complottismo, il timore di essere raggirati, il resistere alle imposizioni che si ritene nascondano delle forze occulte. Ecco, questi sono comportamenti e modi di pensare tipici di una debolezza culturale. Credo che sia soprattutto questo il problema che dovrebbe essere affrontato». 

Le religioni non potrebbero almeno contribuire invitando i fedeli a vaccinarsi?

«Non mi sembra che se ne occupino granché, ma non risultano religioni contro i vaccini, al netto di certe sette radicali che sono comunque una minoranza».

Cosa si può fare per combattere la disinformazione sui vaccini?

«Ci sono alcuni antivaccinisti granitici nella loro convinzione, e con questi non c’è niente da fare. A quel punto serve la legge, come si fa già coi bambini che hanno bisogno di trasfusioni, sospendendo la patria potestà. Esiste invece tra gli antivaccinisti una maggioranza di persone che sono confuse, incerte, hanno paura, in quel caso si possono – in modo personalizzato – incontrare per spiegargli, attraverso i dati, l’importanza e sicurezza delle vaccinazioni, soprattutto per la salute dei loro figli. Il concetto di “immunità di gregge” con queste persone è un argomento debole: per loro verrebbe messo in “pericolo” il proprio figlio per la salute degli altri.

Allora bisogna spiegargli che il vaccino protegge prima di tutto il loro figlio, inoltre è molto più pericoloso prendersi il morbillo che immunizzarsi col vaccino. In questo modo queste persone possono essere convinte. Di questo abbiamo una dimostrazione recente in Veneto, dove c’era una forte opposizione all’obbligo vaccinale e la Regione si è impegnata ad una maggiore informazione, ed effettivamente ha funzionato, con la copertura vaccinale nuovamente sopra la soglia di sicurezza». 

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