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La California vuole sospendere la pena di morte a 737 detenuti: «È contro i nostri valori»

13 Marzo 2019 - 10:20 Maria Pia Mazza
«L’omicidio intenzionale di un altro essere umano è sbagliato e, in quanto governatore, non supervisionerò l’esecuzione di alcun individuo», dice il Governatore della California Newsom che firmerà un ordine esecutivo per bloccare le esecuzioni capitali nello stato californiano

Il governatore della California Gavin Newsom ha annunciato che mercoledì 13 marzo 2019 firmerà un ordine esecutivo che prevede una moratoria de facto sulle esecuzioni capitali nello stato californiano. La California, con i suoi 737 condannati a morte, rappresenta lo Stato americano con il maggior numero di detenuti per cui è stata prevista la pena capitale. Fonti interne dello staff di Newsom hanno fatto trapelare alcune parti del discorso del Governatore democratico: «La pena di morte è in contrasto con i nostri valori. L’omicidio intenzionale di un altro essere umano è sbagliato e, in quanto governatore, non supervisionerò l’esecuzione di alcun individuo». In California, la pena di morte viene eseguita con iniezioni letali e camere a gas. Newsom ha annunciato la revoca di queste pratiche, assicurando che nessuno dei detenuti abbandonerà il carcere.

Human Rights Watch, l’osservatorio non governativo internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, ha dichiarato: «Il governatore Newsom ha dimostrato un grande coraggio e senso di leadership ponendo fine a questa pratica crudele, costosa e ingiusta». Le esecuzioni capitali negli Stati Uniti sono diminuite negli ultimi vent’anni, passando dalle 98 del 1999 alle 25 esecuzioni nel 2018. Nel caso specifico della California, nel 2006, il giudice federale Cormac Carney aveva dichiarato incostituzionale la pratica dell’inezione letale, perché in contrasto con la norma che vieta le punizioni crudeli e fuori dal comune (cruel and unusual punishment). All’epoca erano stati registrati almeno sette casi in cui l’iniezione non aveva avuto pieno effetto, esponendo il condannato a livelli di dolore, sofferenza e pena contrastanti con quanto sancito nella Costituzione degli Stati Uniti.

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