Mimmo Lucano, i pm chiedono il rinvio a giudizio del sindaco di Riace

Il sindaco sospeso di Riace è indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso matrimoni irregolari e per il fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti

La procura della Repubblica di Locri (Rc), ha chiesto il rinvio a giudizio per Domenico Lucano, sindaco sospeso di Riace, il centro del reggino noto alle cronache per il modello d'accoglienza dei migranti. Lucano è indagato nell'ambito dell'inchiesta "Xenia" del 2 ottobre scorso, con le accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Dopo l'inchiesta, il sindaco e la compagna sono stati sottoposti al divieto di dimora nel suo paese.


Secondo la procura di Locri, Lucano avrebbe organizzato dei matrimoni di convenienza tra italiani e donne straniere per permettere a queste ultime di restare in Italia; per i pm, il sindaco e la compagna avrebbero architettato degli «espedienti criminosi, tanto semplici quanto efficaci, volti ad aggirare la disciplina prevista dalle norme nazionali per ottenere l’ingresso in Italia». 


Il provvedimento era stato confermato dalla Corte di Cassazione, ma solo limitatamente al reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, mentre era stato accolto il ricorso della difesa relativamente alla "turbata libertà di scelta del contraente" in merito all'affidamento del servizio rifiuti del Comune a cooperative gestite da migranti. L'udienza preliminare davanti al Giudice per l'udienza preliminare di Locri sarebbe stata fissata per il prossimo 1 aprile. 

Il 2 ottobre 2018, Lucano era stato sottoposto agli arresti domiciliari, poi revocati. Le indagini si erano concentrate sulla «gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell’Interno e dalla prefettura di Reggio Calabria al comune di Riace per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico». «Proprio per disattendere queste leggi balorde vado contro la legge», diceva il sindaco sospeso in una delle intercettazioni dell'inchiesta.

Nel frattempo cade – sempre oggi, venerdì 22 marzo – la misura cautelare dell'obbligo di firma a cui era sottoposta la compagna dei Mimmo Lucano, Tesfahun Lemlem, accusata di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La sesta sezione della Cassazione, dopo una camera di consiglio svolta ieri, ha annullato senza rinvio l'ordinanza con cui il Riesame di Reggio Calabria, nello scorso ottobre, aveva alleggerito la misura cautelare per la donna, precedentemente sottoposta al divieto di dimora a Riace. 

Come funziona(va) il modello Riace

Mimmo Lucano – inserito due anni fa da Fortune nella classifica dei personaggi più influenti al mondo – e la sua Riace sono stati per anni, in Italia ma anche a livello internazionale, simbolo di accoglienza per il modello di assistenza messo in atto nel paese del reggino. Un sistema nato 20 anni fa, nel 1998, in occasione di uno sbarco di curdi giunti proprio presso le coste di Riace.

Lucano, allora professore, decide di fare qualcosa per l'integrazione. Nel 2001 parte il programma nazionale asilo per l'accoglienza organizzata, che in un secondo momento coinvolge anche il comune. Comune che Mimmo Lucano guida da tre mandati: è stato eletto per la prima volta nel 2004. 

Riace, al tempo spopolata, ha ricominciato nel tempo a ripopolarsi grazie al recupero delle abitazioni in stato di abbandono e il rilancio dell'artigianato e del lavoro. Proprio attraverso i migranti. «Dove prevale l'umanità, si tratta sempre di un modello esportabile. Ci vuole gradualità», diceva il sindaco. 

A metà ottobre dello scorso anno il Viminale aveva annunciato il trasferimento di tutti i migranti inseriti nel sistema di seconda accoglienza del piccolo comune calabrese. A novembre il vicesindaco – ovvero il sindaco facente funzioni, Giuseppe Gervasi, denunciava un sostanziale immobilismo e che non c'era ancora stato alcun trasferimento. Oggi i trasferimenti sono in gran parte stati effettuati, non solo in Calabria ma anche altrove. 

Foto di copertina Ettore Ferrari/Ansa | Mimmo Lucano durante una conferenza stampa per presentare la conclusione della campagna di raccolta firme per candidare il Comune di Riace al Premio Nobel per la pace 2019, Roma, 30 gennaio 2019.

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