Verso le Europee. Vox, il partito che ha riportato l’estrema destra in Spagna

Era dalla caduta del regime fascista di Francisco Franco che in Spagna non si sentiva parlare di partiti di estrema destra. Ma ora il vento è cambiato, e dalla Spagna punta all’Europa

Da quando è nato, nel 2013, scindendosi dal Partito Popolare, il partito spagnolo di estrema destra Vox ha sobito un fallimento elettorale dopo l'altro. Ma nel dicembre 2018 ha sconvolto la Spagna, ottenendo l'11% dei voti e 12 seggi nelle elezioni regionali in Andalusia. Nessun sondaggio aveva previsto questi numeri, che hanno rappresentato la fine dell'eccezione spagnola, uno dei pochi paesi europei in cui il populismo di destra era assente dalle assemblee centrali e regionali dal 1982. Vox è al 13% nei sondaggi, e ha tutte le intenzioni di cavalcare l'onda per guadagnare Strasburgo. 


Conservatore e antifemminista

Poco dopo le elezioni regionali, Vox ha pubblicato una lista di proposte politiche, tra cui la soppressione di tutte le «istituzioni femministe radicali sovvenzionate», l'eliminazione della legge contro la violenza di genere, che «Incoraggia la supremazia femminista» e l'introduzione di una normativa che vieti l'aborto. 


Alcune caratteristiche del partito strizzano l'occhio al Fronte Nazionale di Marine Le Pen, ma il principale punto di riferimento di Vox è Donald Trump. Steven Bannon, l'architetto della campagna elettorale che ha portato il tycoon alla Casa Bianca, è molto vicino a Rafael Bardaji, membro del partito. Bannon è in visita in Spagna questa settimana, e nella retorica dei portavoce di Vox si trovano spesso riferimenti al «costruire muri» a Ceuta e Melilla, o frasi come «Rendere la Spagna grande di nuovo». In materia economica, Vox si avvicina di più ad Alternativa per la Germania, proponendo radicali tagli alle tasse e liberalizzazione del settore pubblico.

Il sovranismo di Vox

Tra i cavalli di battaglia di Vox è ristabilire la piena sovranità spagnolala alla penisola di Gibilterra, ora sotto giurisdizione del Regno Unito. Ma i due elementi che hanno maggiormente favorito l'ascesa del partito sono le sue posizioni sull' indipendenza catalana e sul tema dell'immigrazione.

Vox sostiene infatti l'abolizione del sistema di governo decentralizzato e la concentrazione di tutti i poteri a Madrid. Uno dei punti della sua agenda politica è infatti «l'immediata sospensione dell'autonomia della Catalogna e il processo agli insorti nel colpo di Stato separatista». Vox ha raccolto i frutti del sentimento di rifiuto verso l'indipendenza di Barcellona, che è cresciuto molto negli ultimi mesi, insieme alla percezione che i partiti di governo non abbiano saputo adottare una linea dura sulla questione. 

Riguardo l'immigrazione, il leader di Vox, Santiago Abascal, ha promesso di espellere tutti i migranti irregolari, impedire loro di ottenere il permesso di soggiorno e di dare sempre la priorità agli spagnoli rispetto agli stranieri in termini di servizi pubblici. Per gli immigrati Vox prevede «quote di origine, privilegiando le nazionalità che condividono lingua, legami di amicizia e cultura con la Spagna». 

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Santiago Abascal, leader di Vox

Deregolamentare la vendita di armi

Il 22 marzo, Vox ha proposto di rendere più flessibili i protocolli che regolano la vendita e il possesso di armi da fuoco, e di rafforzare le protezioni legale per chi uccide per difendersi. All'indomani della sparatoria in Nuova Zelanda, Abascal ha proposto, in un'intervista al sito d'informazione Armas.es «un radicale e urgente cambiamento nella legge», per permetta agli spagnoli non solo di «tenere un'arma a casa ma anche di garantire che possano usarla in situazioni di minaccia alla loro vita senza dover affrontare un incubo legale, sentenze di reclusione o addirittura di trovarsi nella posizione di dover fornire una compensazione alle famiglie dei criminali che li hanno assaliti».  Dal canto suo, Abascal ha affermato di tenere una pistola Smith & Wesson sempre con sé. 

I membri del partito 

Santiago Abascal, leader de partito, è un nostalgico del franchismo e ha dichiarato di «non offendersi» quando viene definito «fascista». Javier Ortega Smith, il numero due di Vox, è in questo momento sotto inchiesta per un'accusa di incitazione all'odio. Ortega Smith ha infatti affermato, durante un comizio: «Il nostro nemico comune, il nemico dell'Europa, il nemico del progresso, il nemico della democrazia, il nemico della famiglia, il nemico della vita, il nemico del futuro si chiama "Invasione islamista"». 

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Javier Ortega Smith, segretario generale di Vox

Recentemente, Vox ha candidato Fernando Paz, autore di un libro che mette in discussione la legittimità e l'imparzialità dei processi di Norimberga ai gerarchi nazisti. In una trasmissione televisiva, Paz ha affermato: «Se mio figlio mi dicesse che è gay, proverei a aiutarlo. Ci sono terapie che trattano questa psicologia». Sulla stessa linea, tra i membri più recenti del partito c'è Lourdes Méndez, attivista anti-abortista. 

Vox e l'Europa 

Vox si è candidato nel 2014 alle elezioni europee, fallendo di poco nell'aggiudicarsi un seggio al Parlamento.  Questa volta, molti pronosticano che il risultato sarà nettamente migliore. Al punto 96 del programma di Vox si legge che il partito intende «Promuovere a Bruxelles un nuovo trattato europeo, lungo le linee difese dai Paesi del gruppo di Visegrad in termini di confini, sovranità nazionale e rispetto dei valori della cultura europea e aumentare considerevolmente il peso della Spagna nel processo decisionale».

Un'eventuale presenza del partito a Strasburgo non sarebbe pertanto immune a tensioni e controversie. Il 6 marzo, il Parlamento europeo ha autorizzato una conferenza sulla Catalogna a cui avrebbe partecipato anche Vox, invitato dal gruppo Convervatori & Riformisti Europei, di cui Vox potrebbe entrare a far parte. 

Alcuni parlamentari europei hanno esibito cartelli che componevano la scritta «I nostri diritti non sono negoziabili», in riferimento alla natura «omofoba, razzista e xenophoba» del movimento. Durante la conferenza, Javier Ortega Smith, il segretario generale di Vox, ha denunciato il «globalismo» di «Merkel, Macron, Soros» e il «multiculturalismo» che vuole «strappare l'anima all'Europa» aprendo le porte all'«invasione migratoria». Ha poi affermato che  «il miglior modo per difendere l'Europa è difendere ognuna delle nazioni che forma il continente». 

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Protesta contro la conferenza di Vox al Parlamento europeo, il 6 marzo 2019

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