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Wikipedia e la grammatica inclusiva. Si può?

10 Aprile 2019 - 14:45 OPEN
Nemmeno l'enciclopedia virtuale più consultata al mondo è estranea a episodi di intolleranza di genere. Ma qualcosa si sta muovendo affinché le cose migliorino 

Chi usa Wikipedia per laricerca di informazioni può difficilmente immaginare le dinamiche che si creano nella community che ci lavora. Per i volontari impegnati nella scrittura dell’enciclopedia, la piattaforma di editing ha l’aspetto e le logiche di un social network, dove lo scambio di commenti e di dibattiti riguardo i contenuti da inserire è all’ordine del giorno. E così, le dinamiche di insofferenza e violenza verbale si ripropongono nello stesso identico modo.

A parlarne è il New York Times, che riporta alcune vicendedi violenza verbale e intolleranza accadute proprio all’interno della redazione dei volontari collaboratori. È il caso di Pax Ahimsa Gethen, una transessuale ripetutamente al centro di episodi di molestie.Gethen, che per definirsi usa il “loro”(scelto di solito da soggettività che non amano inquadrarsi in un genere predefinito, ndr), èrimastocoinvoltoin episodi di «insofferenza» verbale, spesso violenta («dovreste essere internati in campi di concentramento»o «uccidervi»).

A differenza di quanto accade in aziende come Facebook o Twitter, che hanno iniziato presto a fare i conti con questo tipo di fenomeno, Wikipedia non finanzia un gruppo di persone per controllare questo tipo di abusi. In genere, le moderazioni vengono affidate a un gruppo di volontari che svolge la funzione di controllo senza essere retribuito.

Alla luce delle continue denunce, laWikimedia Foundation, l’organizzazione no profit che si occupa di gestire i collaboratori volontari del sito, sta promuovendo nuove strategie per arginare le violenze. E, soprattutto, per frenare le prevaricazioni del genere maschile su tutti gli altri.

Il gender gap a Wikipedia

Secondo un studio di qualche anno fa, meno del 20% degli editordel sito appartiene al genere femminile. Non è difficile collegare questi dati alla lista di episodi di violenze verbali che hanno contribuito a creare una vera e propria barriera per l’inclusione.

Gruppi come Art+Feminism hanno cercato di aumentare la quota di rappresentanza femminile e di soggettività non binarie attraverso gruppi in cui è possibile comprendere come affrontare episodi e atteggiamenti di prevaricazione di genere.

Verso una una grammatica inclusiva

«Se fai capire che sei una femminista o un’appartenete al gruppo LGBTQ+, è un attimo venir stigmatizzati», dice Natacha Rault al New York Times. Rault vive a Ginevra e durante il periodo di collaborazione con Wikipedia ha fondato un progetto per ridurre il gender gap all’interno del sito.

Rault lavora principalmente in lingua francese e ha spiegato che ci sono voluti mesi solo per convincere la gerarchia editoriale a usare il femminile di “primo ministro” (in francese première ministre) per riferirsi a Theresa May.

L’editor ha parlato anche della fatica impiegata ogni volta per lasciare che le personalità transgender vengano definite nella loro pagina con il pronome che piùsi addice loro. «A volte possono essere così aggressivi che ti spingono ad arrenderti e a lasciar perdere l’articolo».

Articoli che riguardano personalità transgender o non-binarie sono spesso vandalizzati da chi tenta di cambiare il pronome in maniera conservatrice e irrispettosa. Ecco perché il toolcheWikipedia sta progettando è fondamentale. Come conferma una delle ricercatrici coinvolte nel progetto, Claudia Lo, «a essere prese di mira sono soprattutto celebrità che fanno outing o si definiscono in un genere non binario».

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